Le priorità per i giornalisti di calcio italiani

In Italia succede che anche se ci si disinteressa completamente del gioco del calcio, comunque quelli a cui interessa vengono a cercarti. Così già sapevo che abbiamo vinto l’europeo questa estate battendo ai rigori molte squadre forse più forti ma sicuramente più arroganti della nostra nazionale, come pure già sapevo che dopo l’europeo non abbiamo più combinato niente, come se i nostri giocatori avessero esaurito completamente il loro talento o la loro dose di fortuna calcistica. A prova di questo il fatto che gli stessi giocatori che hanno umiliato gli inglesi in casa loro e fatto piangere la famiglia reale si sono fatti battere in casa nostra dalla nazionale della Macedonia del Nord, che oltre ad avere un nome che già di suo suona incompleto, fino a qualche anno fa non erano neppure una nazione. Ma fino a qui ci siano tutti, no?

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Siamo tutti pacifisti

L’omino Lego di Zelensky. Bello vero? E’ preoccupato perché non gli piace il titolo di questo articolo

E’ un po’ che sono al mondo, e mai ho incontrato una persona che si sia detta a favore della guerra. Da bambino ho imparato che la guerra piace solo al generale di De Gregori e, ovviamente, allo stragenerale Bombone Sparone Pestafracassone e al Mortesciallo Von Bombonen Sparonen Pestrafrakasson del racconto di Gianni Rodari. Ma a noi la guerra non piace perché abbiamo capito che è brutta anche se l’hanno vissuta solo i nostri nonni, nemmeno i genitori. La cosa strana appunto è che ormai pochissimi di noi ne hanno una esperienza personale, a meno di essere molto vecchi o soldati. Sia io che queste persone che incontro viviamo in un contesto più unico che raro: una bolla spaziotemporale di decine di lustri e migliaia di chilometri senza guerre! Voglio dire: le guerre sono sempre successe a casa nostra, una più orrenda dell’altra, ed era molto difficile che un mio antenato padano di qualsiasi epoca storica potesse morire di vecchiaia senza che rimanesse coinvolto in una guerra qualsiasi.

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E Gesù disse: – Ehi Giovanni, mettici questa nel tuo vangelo!

Quando ero giovane, innocente e preoccupato per la mia amina cristiana usavo andare a messa, e uno dei miei vangeli preferiti era quello in cui Gesù passava fare una visita di cortesia alle zie Marta e Maria. Mentre la prima era tutta impegnata a rassettare la casa e forse pure a preparare di cena, la seconda era rapita ad ascoltare Gesù che come al solito non perdeva occasione per pontificare con la sua divina oratoria.

Il vangelo è quello di Luca 10,38-42, che riporto per comodità e piacere, nientemeno che nella versione della CEI:

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Caro papa, diamoci un taglio! La mia proposta di castrazione preventiva per tutti i preti cattolici

La mia non è un’idea nuova: un certo Origene c’era già arrivato, quasi 2.000 anni fa

Alla fine si finisce sempre qui, a parlare dei problemi della chiesa cattolica con i preti pedofili. Problemi che sono più delle vittime che non della chiesa, sia chiaro, visto che chi paga e continua a pagare il conto sono sempre i minori violentati e mai la sacra, infallibile istituzione di Cristo. Adesso è il turno della Francia: di nuovo inchieste, di nuovo accuse, un bel rapporto si 2.500 pagine e di nuovo scuse del papa che manifesta il suo dolore e la sua vicinanza alle 330.000 vittime, che della vicinanza di un altro prete ne facevano volentieri. Ovviamente il papa se se ne guarda bene dal pensare ad un risarcimento economico, o anche solo a consegnare i noti colpevoli alle autorità civili, non solo francesi. Che noia! Mi sa tanto che queste cose non cambieranno mai.

D’altra parte penso che è un problema molto, ma molto radicato e quindi difficile da risolvere. Voglio dire: c’è un motivo se è l’organizzazione più zeppa di pedofili al mondo. Se io fossi un pedofilo, quale posto migliore per me che non i ranghi della Chiesa Cattolica? Ci sono tutti i vantaggi, senza grosse controindicazioni:

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Polemiche spigolatrici

Ultimamente si parla molto di statue femminili. Si è iniziato notando che a Milano tutte le statue sparse in giro per la città sono dedicate a maschietti: maschietti musicisti, maschietti condottieri, maschietti politici, ma tutti maschietti. Ce ne siamo accorti proprio quando veniva inaugurata la prima e unica statua di donna, Cristina Trivulzio di Belgiojoso, in Piazza Belgiojoso. E’ in centro a Milano ed è pure la sua piazza, direi perfetto. Forse non è stato pure così difficile pensare a lei. In un colpo solo Milano è passata da una rappresentanza femmiline di 0/121 (0%) a 1/121 (0,83%), ma con un interessante aumento percentuale di ∞.

A portare avanti il discorso sulle statue femminili ci pensa la città di Sapri, quella della spigolatrice. Eccola qua:

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Al piccolo talebano che c’è in ogni persona

Questa storia dei talebani in Afghanistan non piace proprio a nessuno. Per primi non piace a tutti gli afghani che non sono talebani, ma oltre a loro non piace alla sinistra, perché ha già visto che i talebani hanno poco rispetto dei diritti delle donne e in generale di tutti quelli che non sono talebani e che sono meno armati di loro. Non piace alla destra perché genera nuove ondate di migranti con la barba e vestiti che sembrano tutti terroristi, che vengono a chiedere a casa nostra quei diritti elementari che gli vengono negati a casa loro. E’ quel tipo di atteggiamento che la destra giudica subito come arrogante e poco rispettoso delle nostre radici cristiane.

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Come avere il Green Pass GRATIS! E in modo LEGALE!

Ultimamente c’è questo problema qui: di avere il Green Pass. Senza di quello non si possono fare tutte quelle cose che per un po’ nessuno poteva fare e che quindi in questo momento ci sembrano assolutamente necessarie, tipo andare al bar o al ristorante.

Visto che molta gente sta avendo problemi ad averlo, ed è pure finita vittima di truffe e raggiri appassionanti come queste persone qui, mi sento in dovere di condividere la mia storia su come ho fatto ad avere il Green Pass gratis, e pure in modo legale! Pensa che cosa strana. E’ pure semplicissimo, che se non scrivo che è semplicissimo poi si pensa che ho dovuto fare chissà cosa.

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Il pedalatore pazzo

Da quando vado al lavoro in bicicletta ho molto più tempo per pensare: circa un’ora al giorno! Questo succede perché mentre pedalo non ascolto la radio come facevo in macchina e non chiacchiero con eventuali altri passeggeri: la mia principale occupazione è proprio pedalare e ovviamente evitare di finire sotto le ruote di un’automobile. Sono comunque cose che riesco a fare senza troppi sforzi mentali su gran parte del percorso, ed ecco quindi che per un’ora al giorno posso pensare liberamente a quello che mi passa per la testa.

Avere tutto questo tempo per pensare mi ha portato a comprendere una cosa strana, che neanche a dirlo è proprio una considerazione sui mezzi di trasporto: durante i miei spostamenti incontro altri ciclisti, ma sono molto, ma molto di meno delle automobili che mi sfrecciano continuamente e rumorosamente accanto. Non solo questo: di tutti i ciclisti che incontro ce ne sarà uno al massimo che ha l’aria di aver preso la bici per andare a fare qualcosa da qualche altra parte come faccio io. Il tipico ciclista che incontro è quello che ha indossato la sua sexy tutina aderente e si è messo a gironzolare a caso per le strade senza altro scopo che non quello di farsi un giro. Non è sbagliato, ma c’è una differenza di fondo tra me e lui: io sto togliendo una automobile dalla strada, la mia, mentre lui sta aggiungendo un ingombro. Magari è pure uno che la bici la usa solo per spassarsela ma poi al lavoro ci va ancora in macchina.

Quindi quello che penso è questo: usare la bici per andare da un posto all’altro è una cosa stranissima più o meno per chiunque, mentre la cosa giudicata normale è di usare un’automobile. La prova di questo è una serie di strane battute che devo subire e conversazioni che devo sostenere con più o meno chiunque mi veda con un caschetto in testa. A riassumere tutti dialoghi imbarazzanti cito una mia amica divertita che un giorno mi ha sbattuto in faccia il suo:

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Qualli a cui piacciono i razzi

Da un po’ di tempo molte persone e organizzazioni si sono di nuovo interessate allo spazio extraterreste. Ci sono organizzazioni nazionali e sovranazionali storiche ma anche emergenti e ovviamente c’è lui, Elon Musk, che per la sua passione per i razzi sembra pure trascurare un po’ quelle cose che gli hanno dato i soldi per portarla avanti. A volte mi viene da pensare che abbia creato un impero dell’elettrico non tanto per salvare il pianeta dai motori a combustione, ma per potersi divertire con il suo costosissimo hobby spaziale. Ha già detto che su Marte vuole andarci personalmente e il prima possiblie. Non so bene a fare cosa, visto che al momento è un pianeta che anche se non è apertamente contrario alla vita come altri pianeti, sicuramente non è ospitale. Magari vuole essere il primo uomo a nascere terrestre a morire marziano, o forse vuole dare un nome legittimamente extraterreste al suo secondo figlio. Il primo ha una nome che pare l’abbia scelto il gatto camminando sulla tastiera, quindi un bel nome orgogliosamente marziano per il secondo può essere solo che migliore.

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