Al piccolo talebano che c’è in ogni persona

Questa storia dei talebani in Afghanistan non piace proprio a nessuno. Per primi non piace a tutti gli afghani che non sono talebani, ma oltre a loro non piace alla sinistra, perché ha già visto che i talebani hanno poco rispetto dei diritti delle donne e in generale di tutti quelli che non sono talebani e che sono meno armati di loro. Non piace alla destra perché genera nuove ondate di migranti con la barba e vestiti che sembrano tutti terroristi, che vengono a chiedere a casa nostra quei diritti elementari che gli vengono negati a casa loro. E’ quel tipo di atteggiamento che la destra giudica subito come arrogante e poco rispettoso delle nostre radici cristiane.

Sarà che siamo abituati ai film americani, in cui i buoni hanno tutti un aspetto gradevole e sono buoni in modo assolutamente disinteressato e ad ogni livello della loro esistenza, mentre i cattivi sono brutti e mossi da una cattivera profonda tra il folle, l’egoistico o l’immotivato, ma credo sempre che nel mondo reale pochi cattivi si ritengano tali. Non a caso la stessa persona viene spesso chiamata martire o terrorista e seconda di come la pensa la persona cha la sta giudicando. Quello che per noi è un cattivo, per gli altri è un eroe.

A mio parere l’umanità non è mossa tanto da uno spirito di cattiveria, tanto da una arbitraria idea di bontà. Più questa idea di bontà è forte e dirompente, più giustifica atti personali che gli altri giudicano come inopportuni o violenti. Faccio un esempio: se io vedo un’automobile parcheggiata sulle strisce pedonali o sulla ciclabile, mi verrebbe voglia di noleggiare la gru di uno sfasciacarrozze solo per prelevare quel cumulo di spazzatura e spostarlo in un bidone dello sporco. Allo stesso modo quando vedo i marciapiedi pieni di mozziconi di sigaretta o di gomme masticate, vorrei chiamare i RIS di Parma per prelevarne il DNA, di modo che si possa capire a chi appartengono e quindi di poterli reinfilare nell’ultimo posto in cui sono stati prima di finire sul marciapiede. Ecco: pensare queste cose è lecito, ma metterle in pratica sarebbe profondamente sbagliato, perché abuserei di un potere che comunque non ho: legiferare per stabilire il tipo di punizione, giudicare la colpa e quindi eseguirla. Sono cose che non vanno bene, soprattutto perché contentrate nelle mani di una sola persona, e sono proprio il tipo di cose che fanno i talebani, che quando vanno in giro per la strada giudicano ed eseguono condanne sull’onda dei loro personali sentimenti. Tutte le volte quindi che mi arrabbio e vorrei punire personalmente qualche persona che si comporta nel modo sbagliato, di fatto è il piccolo talebano interiore che mi sta parlando. Potrei dire anche il piccolo fascista interiore, visto che quell’abitudine di girare per le strade in grossi gruppi a picchiare tutte quelle persone colpevoli di non essere conformi ai propri criteri non l’hanno certo inventata i talebani.

Tutto questo per dire che tutti noi abbiamo dentro un piccolo talebano/fascista che grida vendetta ogni volta che ci sono altre persone che offendono la nostra moralità o il nostro senso del pudore, ma quello che ci differenzia dai veri talebani è il rispetto dei diritti degli altri esseri umani, ovvero come siamo capaci di trattenere le nostre azioni, anche quando abbiamo ragione. Questo perché, lo ricordo, anche i talebani sono convinti di avere ragione, e se in Afghanistan stanno succedendo queste cose, è perché loro sono molto più convinti di avere ragione di quanto io sia mai stato convinto di avere ragione su un qualsiasi argomento, e di questo sono profondamente convinto.