Sui sistemi elettivi migliori del nostro

Dai fatti accaduti negli ultimi mesi ho intuito che qualcosa nelle elezioni non ha funzionato nel migliore dei modi. Non che la volta precedente sia andata molto meglio, ma in quella circostanza perlomeno c’era la scusa di un sistema elettivo suino a cui dare la colpa. Questa volta aveva sempre un nome in latino maccheronico rispettoso e scelto con cura dalle più alte intelligenze politiche in campo: doveva per forza andare meglio. Ma se siamo qui a parlarne è perché inspiegabilmente qualcosa è comunque andato storto e purtroppo si stenta pure a trovare qualcuno a cui dare la colpa. Probabilmente ognuno di noi accusa tutti quegli tutti quegli italiani che hanno votato un altro partito e non quello che piace a noi, ma alla fine il problema è uno solo: la democrazia. Ci piace poterci vantare di vivere in uno stato democratico perché ci hanno insegnato che è la cosa giusta e che tutte le altre forme di governo sono intrinsecamente sbagliate, ma questi casi ci mostrano una drammatica verità: la democrazia a volte è inequivocabilmente stupida.

Come se non fosse già di suo abbastanza umiliante e sconfortante questo periodo di imbarazzo politico, ecco che di continuo giungono indesiderate le parole delle forze di occupazione dello stato vaticano. In virtù di princìpi a me sconosciuti questi anziani signori si sentono in diritto di dire la loro e soprattutto che quello che dicono venga diffuso e poi preso in considerazione. E qui sta la cosa più strana: non dicono niente di particolarmente illuminante o sensazionale. Voglio dire: sono sempre e solo discorsi vaghi, scontati e pieni di parole ed espressioni collaudatissime come

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