Quando per il Vaticano va bene anche un feto abortito, se è per salvarci da una pandemia

Ogni tanto anche in una pandemia ci sono momenti di grande ilarità, come ad esempio quando si leggono notizie come quella che per il Vaticano vanno bene anche le cellule dei feti abortiti, se è per salvarci dall’ultima pestilenza che il loro dio ha mandato per punirci. Dico loro dio non per fare il paraculo, ma sono loro che dicono che dio è uno, uno solo e che guarda caso è il loro, mica io.

Mi fa ridere perché io non mi facevo tanti problemi a farmi vaccinare, ma a quanto pare c’è qualcuno che per farlo non gli basta avere trascorso un anno orrendo che ha disastrato gli affetti e l’economia e avere chiare indicazioni dai governi di tutto il mondo, ma prima ha bisogno di una dimostrazione teologica che il vaccino è eticamente accettabile. E se non lo era?

E come fa a essere eticamente accettabile, se è stato fatto con feti abortiti? Dovrebbero essere una cosa sbagliata, no? Mi sembra quasi di vederli, tutti questi cardinali, intenti ad arrampicarsi sui vetri col loro gonnellone. Ce lo ricordano tutti i giorni, quando l’argomento non è salvarci da una pandemia ma condannare alla dannazione eterna una donna stuprata. Ma a quanto pare anche i dogmi di fede possono cambiare, quando ce n’è bisogno: significa che per una volta non si andrà all’inferno, anche se si ricorre alla scienza del male che usa l’aborto per le sue perversioni.

Quando leggo queste dichiarazioni, dopo avere riso un po’ mi viene da arrabbiarmi, perché penso:

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