La religione ai tempi del virus

Questa bella foto non l’ho fatta io: l’ho presa qui

Quello che mi sconcerta di più di tutta questa cosa del virus è che i preti e tutta quella gente lì non sa bene cosa dire e cosa fare. E’ una cosa veramente strana perché di solito hanno una ricetta per tutto: crisi economica, immigrazione, come, perché e soprattutto con chi fare l’amore, ce ne è per tutti. Come se il loro ossequioso gregge di pecorelle non fosse in grado di avere un’opinione o di prendere una sola decisione autonoma e avesse sempre bisogno di qualcuno che lo faccia al posto loro. Adesso però che c’è un problema oggettivo che sembra fregarsene altamente dell’autorità religiosa, ecco che le cose cambiano un po’. Per la prima volta da che so io il fedele è invitato ufficialmente a non andare a messa, in spregio al terzo comandamento:

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Il partito laico

Laika, la famosa cagnetta russa che per ironia della sorte è morta nell’alto dei cieli

Una cosa che mi renderebbe estremamente felice è di poter votare un partito con un unico obiettivo: la laicità. Voglio che sia un partito, sia chiaro fin da subito: non un movimento, un sentimento popolare o quelle cose lì non ben definite che vanno di moda adesso ma che alla fine ci si chiede a cosa servono e che intenzioni hanno. In più non voglio che sia un partito ateo o pastafariano, altrimenti siamo al punto di prima, perché non voglio che si arrivi ad uno stato ateo e nemmeno che promuova la mia religione come religione di stato, anche se è considerata di gran lunga la migliore da tutti i suoi appartenenti. Magari sarebbe divertente all’inizio essere governati da una ciurma di pirati scanzonati, ma credo che nel giro di qualche generazione si arriverebbe a compiere gli stessi errori in cui immancabilmente cadono le religioni di ogni tempo e luogo quando passano dalla condizione di martirio a quella di potere. Come pure gli stati in cui l’ateismo è stato considerato come una specie di religione obbligatoria sono tutti posti in cui non andrei volentieri a vivere, che hanno in più lo svantaggio di generare nuove ondate di màrtiri religiosi. Meglio parlare di laicità.

Magari non a tutti è chiaro cosa sia la laicità, e perché vada difesa e promossa. E chi poteva trovare migliore definizione del concetto di laicità se non dio stesso? Ecco quindi la sintetica ma incontestabile parola di Gesù Cristo, leader indiscusso di tutte le religioni cristiane nonché unico punto in comune tra loro. Come il suo evangelista riporta (Mt 22-21) Gesù, stuzzicato da alcuni signori che non sapevano di finire registrati nel vangelo, un giorno disse:

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Allerta "Padre Nostro" per cattolici e non!

https://it.wikipedia.org/wiki/Caduta_dell%27uomo#/media/File:Michelangelo_S%C3%BCndenfall.jpg

C’è qualla cosa un po’ strana nel cattolicesimo, come in gran parte delle religioni monoteiste: il dio è onnipotente e infinitamente benevolo, ma di suo si trova a veder frenata la sua onnipotenza da una specie di sua degenerazione malvagia a cui si danno tutte le colpe del male del mondo. Che cosa strana.

Infatti per chi di voi, come me, è cresciuto tra le miti braccia del cattolicesimo italiano, sarà apparso strano sentire ad ogni Padre Nostro la chiusura finale:

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Gli dei, l’HACCP e la prevenzione dei rischi in generale

E’ una tradizione un po’ di tutte le religioni di successo di pensare in grande: grandi edifici di preghiera, grandi poteri attribuiti al loro dio, grandi miracoli, grandi esplosioni in luoghi affollati da un gran numero di persone, grandi ricompense o punizioni per chi si comporta bene o male. Sembra proprio che la discrezione non sia la chiave del successo per una religione.

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Le costose religioni degli dei onnipotenti

Questa mattina, mentre mi imbattevo sul giornale nel racconto delle ennesime avventure fuori porta dell’anziano intermediario divino di una religione concorrente, mi sono ritrovato a pensare ad uno strano paradosso religioso moderno: quello per cui più una religione si fa vanto dell’onnipotenza del proprio dio più, stranamente, la religione stessa ha bisogno di ingenti e costose strutture per sopravvivere. Questo per me è proprio stranissimo: se un dio è davvevo così potente, come può non essere in grado di comunicare direttamente con i suoi fedeli con parole semplici e soprattutto non equivocabili, attraverso un mezzo di informazione adeguato? Ed invece no: ci ritroviamo questa gran confusione di divini tirapiedi ad intasare ogni mezzo di comunicazione: giornali, radio, televisioni, Internet più tutti quelli che non hanno ancora inventato. E questi sono solo i mezzi invasivi involontari, ovvero quelli in cui chiunque, seguace o meno della tal religione, si ritrova a doversi sorbire le opinioni del prelato di turno. Se uno è un devoto seguace e frequenta anche i luoghi di culto si becca anche la dose extra, quella senza la quale va dritti all’inferno. Ma non sarebbe più semplice usare proprio l’evento del rito periodico per tutte le comunicazioni, e liberare tutti i mass-media da quel genere di informazione di scarsissimo interesse per chi crede in qualcos’altro o in niente del tutto?

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Alcune proposte per salvare un casinò fallimentare

In questi giorni ho sentito alla radio che il Casinò di Campione d’Italia sta fallendo, o magari ora che finisco l’articolo è pure già fallito. E’ una notizia controversa: da un lato sono triste che 600 persone in un comune di 2000 perdano il lavoro. Un po’ come se chiudessero di colpo tutti i ministeri di Roma. Però mi viene da dire che è pur sempre un casinò, quindi un’attività che lucra su una forma di stupidità umana, ovvero la ludopatia. Magari il casinò di Campione non fa danni come le innumerevoli macchinette mangiasoldi, sale bingo e sale scommesse che il nostro ministero dell’economia ha sparpagliato su tutto il territorio nazionale, lasciando che fossero poi i ministeri della salute e degli interni a gestirne le conseguenze. In uno stato che vuole vantarsi di essere moderno e sociale il gioco d’azzardo è per forza una cosa brutta ed illegale, e noi stiamo facendo finta che se viene gestita in un certo modo con delle ridicole restrizioni in realtà va tutto bene, e possiamo considerare di avere la coscienza pulita.

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Istruzioni d’uso dei social network per legionari imbecilli

La cosa particolare di questo periodo di transizione dell’esistenza umana è che capita ancora di incontrare fisicamente altre persone come si faceva una volta, e la cosa ci pone di fronte a problemi tutti particolari a cui non siamo più abituati. In questa epoca si parla sempre più di telelavoro, della necessità di avere una connessione ad Internet smodatamente veloce e di quanto sia importante che ci sia qualcuno che ci porta la spesa e tutto quello che ci serve direttamente in casa. Oltre a questo le dimensioni degli schermi dei nostri televisori stanno rasentando quelle della parete del nostro salotto e le proposte di intrattenimento che ci troviamo dentro sono talmente ampie ed interessanti che presto per stare al passo sarà necessario guardare più trasmissioni contemporaneamente, come previsto nel documentario futuristico Ritorno al futuro 2. Aggiungendoci però la complicazione di dover gestire nel frattempo le nostre identità sociali sul telefono. Con tutti questi costanti impegni domestici a cui siamo sottoposti risulta chiaro quanto diventi sempre più stravagante e vetusta la necessità di lavare il nostro corpo e di mettergli addosso degli abiti più puliti ma meno comodi per abbandonare casa ed incontrare altri esponenti della razza umana.

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I celebranti laici, questi sconosciuti

Una cosa strana ad essere iscritti all’UAAR, almeno per chi lo è da poco come me, è che si viene coinvolti in cose un po’ strane ed inaspettate. Voglio dire: ho quarant’anni, e ho vissuto molti più anni da cattolico che da ateo, agnostico o pastafariano. In tutti quegli anni da devoto al papa non ho mai ricevuto una mail dal vescovo o da chi per lui che mi invitasse a fare un corso per diventare prete o anche solo celebrante di matrimoni e funerali cattolici. Ecco quindi il motivo della mia sorpresa quando un bel giorno l’UAAR mi manda una email per propormi di frequentare un

Corso per celebranti laici!

E che cos’è, un celebrante laico? E’ un personaggio che organizza cerimonie laiche. Affascinato vedo di informarmi un po’ meglio cliccando per esempio qui, e mi rendo conto che si opera principalmente su tre tipi di eventi, tra il fausto e l’infausto:

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Sui sistemi elettivi migliori del nostro

Dai fatti accaduti negli ultimi mesi ho intuito che qualcosa nelle elezioni non ha funzionato nel migliore dei modi. Non che la volta precedente sia andata molto meglio, ma in quella circostanza perlomeno c’era la scusa di un sistema elettivo suino a cui dare la colpa. Questa volta aveva sempre un nome in latino maccheronico rispettoso e scelto con cura dalle più alte intelligenze politiche in campo: doveva per forza andare meglio. Ma se siamo qui a parlarne è perché inspiegabilmente qualcosa è comunque andato storto e purtroppo si stenta pure a trovare qualcuno a cui dare la colpa. Probabilmente ognuno di noi accusa tutti quegli tutti quegli italiani che hanno votato un altro partito e non quello che piace a noi, ma alla fine il problema è uno solo: la democrazia. Ci piace poterci vantare di vivere in uno stato democratico perché ci hanno insegnato che è la cosa giusta e che tutte le altre forme di governo sono intrinsecamente sbagliate, ma questi casi ci mostrano una drammatica verità: la democrazia a volte è inequivocabilmente stupida.

Come se non fosse già di suo abbastanza umiliante e sconfortante questo periodo di imbarazzo politico, ecco che di continuo giungono indesiderate le parole delle forze di occupazione dello stato vaticano. In virtù di princìpi a me sconosciuti questi anziani signori si sentono in diritto di dire la loro e soprattutto che quello che dicono venga diffuso e poi preso in considerazione. E qui sta la cosa più strana: non dicono niente di particolarmente illuminante o sensazionale. Voglio dire: sono sempre e solo discorsi vaghi, scontati e pieni di parole ed espressioni collaudatissime come

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Lo strano principio del doppio miracolo

C’è quella cosa che mi ha incuriosito da sempre della religione cattolica: per diventare santi occorrono due miracoli riconosciuti. Non è chiaro di preciso cosa sia un miracolo, ma da che ho capito è un momento in cui la continuità spaziotemporale dell’universo si deforma abbnadonando le leggi della fisica a cui è normalmente soggetto, per seguirne altre su richiesta del devoto fedele, per intercessione del santo, su intervento del potente dio cattolico. Per esempio: se siamo abituati che le pietre non si muovono da sole, ma arriva uno che le sposta pregando, questo è un miracolo, perché per il tempo del volo sulla pietra non ha agito la forza di gravità. Se ad una martire crescono improvvisamente i capelli per nascondere le nudità agli occhi dei torturatori pagani, allora in questo caso parliamo di materia che si genera dal nulla, ed è la massa totale dell’universo a cambiare in modo imprevisto.

Paolo Uccello, San Giorgio e il drago, grazie Wiki

Quando poi sentiamo di un condottiero che sconfigge un drago, allora qui non è ben chiaro, ma possiamo pensare che sia un miracolo che un dinosauro sia sopravvissuto fino al moderno Olocene, per poi essere estinto dal solito idiota mosso da buona fede. Per di più una specie di tirannosauro alato, una autentica rarirà sfuggita a tutti i paleontologi, evidentemente troppo presi dalla loro ricerca accademica per riflettere sugli interessanti spunti offerti della religione.

Ultimamente di miracoli così pittoreschi non se ne sente più parlare, e questo purtroppo getta un po’ di ombra del dubbio anche su quelli del passato. I miracoli del giorno d’oggi sono molto più noiosi, e riguardano immancabilmente la salute dei fedeli, sempre più chiusi sul proprio tornaconto personale rispetto agli eroici màrtiri del passato. Non c’è più quel pizzico di incoscienza dei tempi d’oro del cristianesimo. D’altra parte non c’è nemmeno la sfacciataggine di chiedere un miracolo per fini più estrosi, tipo sposare George Clooney, far comparire un vulcano che erutta birra nel proprio cortile o traversare lo stretto di Messina in volo sbattendo le braccia come ali. Sempre e solo di salute si parla, e anche qui mai niente di eclatante, tipo la ricrescita di una testa o di un braccio amputati. Purtroppo è la guarigione da malattie a farla da padrone.

Ormai la formula è abbastanza standardizzata:

  • un devoto cristiano con problemi di salute suoi o di suoi familiari prega perché un santo intervenga in suo aiuto
  • il santo chiede a dio di modificare temporaneamente le leggi della fisica contestualizzate al malato
  • dio acconsente ed interviene
  • il cristiano riceve il miracolo, quindi ringrazia il santo e comunica l’episodio alla commissione vaticana
  • il Vaticano verifica il miracolo. Se tale è stato, conta i precedenti miracoli attribuiti a tale personaggio. Se è il primo allora l’intercessore diventa beato, se è il secondo diventa santo.

Purtroppo il cristiano ha la tendenza a non comunicare i casi in cui il santo di turno non ha ascoltato le sue preghiere, forse per non essere giudicato come uno che non prega come si deve. Di conseguenza non possiamo trarre delle statistiche sull’efficacia di intervento dei santi.

Qualcuno poi potrebbe obiettare che una commissione vaticana non sia l’organo più attendibile per verificare l’attendibilità di un miracolo, visto che si tratta di persone sul loro libro paga. E’ come se chiedessi ai dirigenti della Juventus di prendere una decisione su un rigore per la loro squadra. In teoria della commissione fanno parte esponenti qualificati del mondo della scienza, ma è pur sempre una commissione scelta dal Vaticano, e non ci vedo nessun appartente al CICAP, tanto per fare il nome di una associazione nota per essere restia a riconoscere un evento sovrannaturale.

Altra considerazione: dal secondo miracolo in poi le cose non cambiano: non ci sono supersanti o santi di 10° livello, tipo nelle arti marziali e nei cartoni giapponesi. Almeno qui tra i viventi. Magari in paradiso è diverso, e la Vergine di Guadalupe è in aperta, amichevole competizione con padre Pio, ma non possiamo sapere.

Sia chiaro: va bene pregare il santo, ma ricordiamoci che non è lui a fare il miracolo: solo a dio è dato il potere di deformare le leggi della fisica, essendo lui che le ha definite e messe in opera. Il santo o aspirante tale può solo avanzare una richiesta in modo più o meno convincente.

Un caso recente è quello che sentivo alla radio su papa Paolo VI, roba di questi giorni. Era già beato per un miracolo operato durante una gravidanza difficile. Un’altra donna con lo stesso problema è stata consigliata da un’amica esperta di pregare il beato, ed il miracolo non si è fatto attendere, quindi presto anche papa Montini entrerà nel gotha dei santi cattolici. Mi piace pensare che Dio veda più volentieri volti nuovi a fare la coda delle intercessioni fuori dal suo ufficio, quindi credo sia più efficace pregare un santo specifico che non andare sul santo generico da battaglia come San Gennaro o San Pio. Saranno anche i migliori nella questua al miracolo divino, ma se fossi Dio sarei anche stufo di vedermeli davanti tutti i giorni, ed inizierei a trovare scuse per non farmi trovare, tipo il classico “Dio non c’è”.

Tornando al doppio miracolo uterino di papa Montini, la cosa da notare è come molto spesso ci sia una certa specializzazione medica dei santi, esattamente come avviene per i dottori. Per citare un caso dal passato c’è San Biagio, da secoli particolarmente efficace nel risolvere ogni tipo di problema alla trachea. Potrebbe essere una buona idea che i cattolici smettano addidittura di ricorrere alle cure terrene e si affidino direttamente alla provata efficacia dei loro santi, così da liberare gli ospedali a noi miscredenti, che siamo invece costretti a rimettere le nostre speranze nella provata fallacia di medici orgogliosi e sempre più spesso, ahimé, non credenti.

Fatto il punto su come funzionano i miracoli al giorno d’oggi, nasce la mia considerazione: se viene pregata una persona meno canonica per intercedere in un miracolo, va bene lo stesso? O è necessario che sia già un personaggio in odore di santità? Perché questo è quello che verrebbe da pensare a rigor di buon senso, ma a quanto pare non è così. Come già detto, per la santità basta:

  1. essere morti
  2. avere avuto un ruolo attivo e riconosciuto in due miracoli certificati

E io vorrei provare questo: cosa succede se ci mettiamo a pregare per l’intercessione di esseri umani un po’ lontani dai canoni della religione cattolica?

Personaggi tipo:

  • Giorgio Gaber
  • Freddie Mercury
  • Ernesto Che Guevara, per i tumori ai polmoni da fumo di sigaro
  • Margherita Hack
  • Diego Armando Maradona (non subito, chiaramente: l’ho messo perché per me qualcuno lo sta già pregando)
  • Douglas Adams
  • Walt Disney, protettore dei bambini abbandonati davanti alla televisione dai genitori
  • David Bowie, come patrono degli astronauti
  • Jurij Gagarin, come patrono dei cosmonauti
  • Gianni Rodari
  • Bettino Craxi, per i problemi di diabete cancrenoso
  • Janis Joplin
  • Charles Darwin
  • Jane Austen
  • Nikola Tesla
  • Alan Turing
  • Giuseppe Garibaldi
  • Harry Houdini
  • Arthur Guinness
  • Audrey Hepburn
  • Albert Hofmann, protettore durante i viaggi della mente
  • Fabrizio De André
  • Hugh Hefner, per i problemi di natura sessuale
  • Calamity Jane
  • Alfred Hitchcock
  • Frank Zappa
  • Gino Bartali
  • Carrie Fisher
  • Alessandro Volta
  • Edgar Allan Poe, per ogni tipo di fobia

Eccetera. E’ un elenco giusto un po’ così, fatto in fretta e senza pretese ma tutto di persone che sarei felice di pregare per le mie piccole e grandi intercessioni personali. che può essere rivisto e corretto in ogni momento. Comunque, possiamo provare a pregare questi per una volta, e vedere cosa succede? Che magari ce li fanno beati e poi santi, e poi ci dedicano anche una bella chiesa da qualche parte?