Il partito laico

Laika, la famosa cagnetta russa che per ironia della sorte è morta nell’alto dei cieli

Una cosa che mi renderebbe estremamente felice è di poter votare un partito con un unico obiettivo: la laicità. Voglio che sia un partito, sia chiaro fin da subito: non un movimento, un sentimento popolare o quelle cose lì non ben definite che vanno di moda adesso ma che alla fine ci si chiede a cosa servono e che intenzioni hanno. In più non voglio che sia un partito ateo o pastafariano, altrimenti siamo al punto di prima, perché non voglio che si arrivi ad uno stato ateo e nemmeno che promuova la mia religione come religione di stato, anche se è considerata di gran lunga la migliore da tutti i suoi appartenenti. Magari sarebbe divertente all’inizio essere governati da una ciurma di pirati scanzonati, ma credo che nel giro di qualche generazione si arriverebbe a compiere gli stessi errori in cui immancabilmente cadono le religioni di ogni tempo e luogo quando passano dalla condizione di martirio a quella di potere. Come pure gli stati in cui l’ateismo è stato considerato come una specie di religione obbligatoria sono tutti posti in cui non andrei volentieri a vivere, che hanno in più lo svantaggio di generare nuove ondate di màrtiri religiosi. Meglio parlare di laicità.

Magari non a tutti è chiaro cosa sia la laicità, e perché vada difesa e promossa. E chi poteva trovare migliore definizione del concetto di laicità se non dio stesso? Ecco quindi la sintetica ma incontestabile parola di Gesù Cristo, leader indiscusso di tutte le religioni cristiane nonché unico punto in comune tra loro. Come il suo evangelista riporta (Mt 22-21) Gesù, stuzzicato da alcuni signori che non sapevano di finire registrati nel vangelo, un giorno disse:

Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio

Chiaro no? Ognuno deve fare la sua parte e basta. Dio, per mezzo dei suoi intermediari, deve occuparsi delle anime e Cesare, ovvero il politico in carica, di tutto quello che risponde alle leggi della fisica. Come si fa a fraintendere un concetto così cristallino? Purtroppo però la realtà è un’altra: la frase citata esiste da molti secoli ma sembra che venga ignorata fin da quando si è potuto farlo, ovvero da quanti i papi hanno smesso di nascondersi nelle catacombe e sono usciti per stabilire le regole della neoproclamata esclusiva religione dell’impero romano. Vedrò quindi di entrare nel dettaglio: la laicità è quel concetto per cui i politici devono pensare a governare il paese per il benessere degli esseri umani o anche dei viventi in generale che vi appartengono, mentre i comandanti religiosi devono preoccuparsi esclusivamente delle loro anime, per quelli che ne sono provvisti e soprattutto in accordo alla loro espressa volontà.

Alla fine la laicità è un concetto anche abbastanza semplice: ognuno è libero di praticare la religione che vuole esattamente come può praticare uno sport o una attività culturale. D’altra parte, visto che i benefici terreni dello sport e della cultura sono riconosciuti ma quelli della religione no, è giusto che lo stato finanzi gli sport e le attività culturali ma che faccia in modo che le religioni si limitino a rispettare la legge, a mantenersi con le donazioni volontarie dei loro fedeli e a non infastidire tutti quelli che con quella divinità non vogliono avere niente a che fare.

Detto così è evidente che in Italia c’è un bel po’ di lavoro da fare. Ecco qui, a seguire, le mie considerazioni su cosa un politico o un esponente religioso dovrebbe fare, come da programma del partito laico.

Se sei un politico:

Non devi fare niente di tutte quelle cose religiose, tipo partecipare a riti religiosi, imporre feticci religiosi negli edifici pubblici e soprattutto dare montagne di soldi alle associazioni religiose, anche indirettamente per mezzo di esenzioni ingiustificate. Certo: puoi continuare a fare queste cose nel tempo libero e a titolo personale come chiunque altro, cioè puoi andare a messa tutte le volte che vuoi, appenderti in casa tua tutti i crocifissi che vuoi e pure organizzare presepi viventi permanenti nel tuo salotto, chiaramente nel rispetto dei diritti delle persone e degli animali che vi prendono parte. Non puoi fare però nessuna di queste cose nelle vesti del tuo ruolo politico. Puoi pure donare tutti i soldi che vuoi a tutte le religioni che vuoi, a condizione che siano i tuoi soldi e non quelli di qualcun altro.

Non devi preoccuparti minimamente di tutte cose riconducibili a qualsivoglia divinità, a meno che non hai a che fare con alcuni esponenti religiosi che pretendono di non rispettare la legge o di godere di diritti speciali appellandosi a stravaganti motivi ultraterreni. In questo caso devi ricordare loro che sono liberi di credere a chi vogliono e in cosa vogliono, ma non sono liberi di infastidire gli altri col pretesto delle loro superstizioni: appellarsi ad una divinità non gli garantisce alcun tipo di diritto speciale, se non presso la divinità stessa secondo i suoi tempi e modi: paradisiaci gruppi canori, vulcani di birra e spogliarellisti, giovani vergini attratte da uomini maschilisti e barbuti, chi più ne ha più ne metta. Ma queste cose non ci riguardano: finché si è vivi e su questo pianeta, le uniche leggi da tenere in considerazione sono quelle dello stato e della fisica.

Ogni volta che c’è da prendere una decisione su una questione delicata, evita di confondere l’etica con la religione. Un conto è cercare di capire quali sono le ragioni per essere felici e stare bene nel rispetto reciproco, un conto è imporre visioni bigotte della vita maturate da tradizioni senza senso o da vecchi libri di origine dubbia e mal tradotti: magari fa comodo citarli o interpretarli all’occasione, ma sarebbe meglio non leggere davvero per intero. I vecchi libri li lasciamo agli storici ed ai filologi: a noi interessa capire come fare per vivere bene e morire contenti e appagati nel rispetto di tutti.

Ricòrdati infine che la scuola è fatta per far crescere i nostri figli attraverso l’istruzione e la cultura, e non per approfittare della loro inesperienza per infilare tra le materie anche l’insegnamento di dubbie superstizioni popolari spacciate per religione di stato. La scuola deve essere l’ambiente laico per eccellenza. Se però sostieni che non si tratti di uno squallido tentativo di fare catechismo ad opera di uno pseudoinsegnante nominato dalla curia ma mascherato da insegnamento imparziale di tutte le religioni, allora almeno facciamo le cose per bene: lasciamo che se ne occupi l’insegnante di storia, in un corso dal titolo “miti e leggende”.

Se sei un esponente di qualsiasi religione:

Puoi fare quello che vuoi come ogni altro cittadino rispettoso della legge, ma essere fedele ad un dio o ad un altro non ti garantisce diritti extra di alcun tipo. Puoi farti dare soldi, beni o servizi da altri esponenti della tua religione purché non si arrivi alla circonvenzione di incapace, che è un reato, o purché sia con persone adulte e consenzienti. Ricordati però di pagare le tasse su tutto quello che ricevi: “Dare a Cesare…”, ricordi?

Se hai bisogno di soldi dallo stato per fare del bene, dovrai innanzi tutto dimostrare che il bene che fai è aconfessionale, ovvero indirizzato a beni o persone bisognose a prescindere della loro appartenenza alla tua religione. Con questa premessa puoi chiedere un aiuto come ogni altra associazione. Ricordati alla fine di fare un rendiconto economico di quello che hai fatto, e questo non perché non ci fidiamo: lo fai perché lo fanno tutti quanti, quindi anche tu. Se i soldi non ti servono per fare opere di bene ma per riparare i tuoi edifici o per costruirne di nuovi più appariscenti, allora puoi chiedere aiuto ai membri della tua religione secondo i vostri criteri interni. Se di soldi ne saltano fuori pochi perché non siamo più nel medioevo e il timor di dio ha meno presa rispetto ai bei tempi andati, allora puoi rivolgerti alle banche come farebbe ogni altro privato. Se anche così ci dovessero esserve problemi, allora puoi iniziare a chiedere di pagare il biglietto a chi entra nei tuoi edifici o a chi si rivolge a te per usufruire di un servizio, oppure vendere gli edifici che non usi più ad altri. Ne avete così tanti! Così hai pure un po’ meno tasse da pagarci sopra. Era chiaro che in uno stato laico tutti devono pagare le tasse sugli edifici commerciali? In teoria dovrebbe essere così già adesso, ma vai a capire cosa succede in Italia.

Puoi farti nominare guru, sciamano, signore dei Sith, papa, stregone, duca bianco o quello che vuoi dai tuoi sodali senza nessun problema. Puoi vestirti d’oro, di piume, di bucce di banana o come ti pare e piace, se questo ti aiuta a sentirti più a tuo agio con te stesso o meglio considerato da quelli che condividono la tua religione. L’importante è ricordarsi che se anche sei stato nominato arcivescovo di Costantinopoli, questo non vuol dire che puoi pretendere di saltare la coda alle poste, di non pagare le tasse o di decidere cosa è giusto e sbagliato per gli altri su fatti che non ti riguardano come amarsi, procreare o morire. Su questo starà ai tuoi seguaci di decidere se darti o meno ascolto, ma sono pareri che devono restare esclusivamente vostri e di cui tutti gli altri hanno il diritto di non saperne assolutamente niente.

Ricordati pure una cosa molto importante: i minori figli di credenti non vanno considerati automaticamente membri forzati della tua congrega, e non deve essergli fatta violenza alcuna, né fisica né psicologica, in nome del tuo dio. Ogni bambino deve crescere libero e nella consapevolezza che credere in un dio, in un altro, o in nessuno sono tutte opzioni buone e rispettabili da considerare nel periodo della propria vita. Tradotto in parole più semplici per chi è duro di comprendonio: non bisogna approfittare della scarsa capacità di giudizio dei bambini per fargli il lavaggio del cervello e riempirgli la testa della stessa immondizia clericale con cui hanno riempito la vostra a suo tempo: anche se i figli sono i vostri, questo non vuol dire che avete il diritto di trasformarli nella peggiore versione di voi stessi. La vita è la loro e hanno tutto il diritto di scegliere che vita vivere e di che morte morire, senza dover per forza portare avanti le vostre personali paranoie. Se decideranno di avere bisogno di dio per vivere meglio o meglio ancora per rovinarsi la vita ma morire più tranquilli, lo dovranno fare quando saranno adulti e pienamente consapevoli.

Avrai pure più tempo libero perché verrai esonerato dalle preoccupazioni su tutte quelle cose che riguardano la politica, tipo dare indicazioni ai politici su quali comportamenti sono graditi al tuo dio e quali meno, dire ai cittadini chi è meglio votare o anche indignarsi pubblicamente quando le cose non vanno nel modo che piace a te. Potrai far notare che se un politico si comporta male potrebbe finire all’inferno, questo sì, ma devi farlo nei tuoi luoghi di culto o per esempio al bar, come ogni altro normale cittadino, non certo sulle frequenze dello stato. Se poi vuoi darti alla politica allora puoi farti eleggere democraticamente in Italia oppure per vie traverse con qualche nomina in Vaticano. In quest’ultimo caso puoi pure fare quello che vuoi con i suoi concittadini, non ci riguarda.

Ricordati sempre che ognuno ha il diritto di credere e di non credere quello che vuole e non per questo deve essere considerato inferiore, indegno, sfortunato o terreno di proselitismo forzato. Se è il tuo dio che ti impone questo comportamento allora è un problema tra te è il tuo dio e non deve diventare un problema di altri. Puoi mettere banchetti di volantini dove te lo permettono e anche provare a fare due chiacchiere garbate con chi passa, ma non devi importunare nessuno e non devi offenderti se qualcuno suggerisce che il tuo dio fa un po’ pena. Se provi a suonare un campanello in un orario giudicato inopportuno dal proprietario del campanello sappi che egli avrà il diritto di sguinzagliarti dietro il cane. So che è un atteggiamento fascista, ma non importa: se il tuo dio ti ama e ti protegge davvero come dici puoi provare a convertire il cane. D’altra parte l’articolo 24 della dichiarazione universale dei diritti umani dice chiaramente che ogni persona ha diritto al riposo, ma da nessuna parte figura un diritto ad importunare gli altri. Se poi hai una visione più aggressiva della fede di quella di un suonatore di campanelli e senti il bisogno incontrollato di uccidere ogni uomo e stuprare ogni donna che definisce una merda la tua religione, o che ti offende secondo qualche tuo criterio da imbecille troglodita, allora questo è un problema più grave che non si può risolvere con un semplice cane. Mi verrebbe da giudicarti come la prova vivente che le religioni prosperano nell’ignoranza, ma resta il fatto che la tua presenza a piede libero rappresenta un problema per tutti quelli che non sono dei bifolchi violenti come te. Se quindi non è possibile convincerti che il tuo atteggiamento è sbagliato perché non rispetta la libertà altrui e non accetti di migliorarti, allora l’unica soluzione è a malincuore quella di privarti della libertà di nuocere alle persone normali. Magari poi in prigione ti costringiamo ad ascoltare ininterrottamente la lettura audiolibri formativi e ad affrontrare un percorso di riabilitazione alla laicità, un po’ per darti fastidio perché obiettivamente te lo meriti, ma anche per evitare che il periodo di vitto e alloggio gratuito vada completamente sprecato.

Tutte queste osservazioni su politici e religiosi mentre le scrivo mi sembrano abbastanza ovvie. Mi stupisco di dover stare qui a chiarire che secondo me un politico non dovrebbe dare i soldi pubblici al suo amico prete o che una ragazza non debba subire violenza sessuale di gruppo solo perché ha espresso la sua opinione riguardo ad una religione obiettivamente misogina e arretrata. Ma d’altra parte sono tutte cose che accadono regolarmente e su cui molto spesso l’attuale sistema politico o non sa bene come comportarsi oppure ne ha una visione un distorta e strumentale. Alcune di queste cose poco laiche che accadono sono pure regolamentate da leggi apposta, tipo l’otto per mille. Altre non sono tutelate da leggi specifiche e finiscono quindi per essere il terreno di ridicole campagne elettorali permanenti, vedasi i cadaverini torturati da appendere nelle scuole a marcare il territorio di fronte all’invasione culturale straniera, o l’obbligo di fare il presepe da tutte le parti, anche se si è sempre preferito l’albero. Tra un po’ per rispettare le tradizioni italiane potrebbe diventare obbligatorio andare a messa pena l’espulsione, e questo potrebbe essere un problema per gli atei italiani come me. Quello che voglio io è un partito con le idee chiare su cosa va bene e cosa non va bene in uno stato laico. Come prima cosa il paese va laicizzato, e una volta finito di laicizzarlo va mantenuto laico per tutti, senza distinzione alcuna. Con le idee chiare è più facile, e ad oggi mi sembra che gli unici che hanno le idee chiare su trattare la religione sono quelli che ce le hanno sbagliate.