Quello che sarebbe normale (parlando di politica e ambiente)

Ogni tanto vincono i partiti di destra. E’ normale che ci sia un po’ di alternanza, anche se spaventa un po’ il fatto che non sia tanto il centrodestra, come succedeva in passato, ma proprio la destra, con tutte le sue oscure memorie dal passato. Una delle due stampelle è di centrodestra, ma visti i numeri credo che cambi molto poco. Quindi un po’ tutti ci stiamo chiedendo cosa voglia dire avere la destra al governo.

La prima cosa strana è che fino ad ora, a pochi giorni dall’elezione e dopo la solita estenuante campagna elettorale, dei tre capi di partito quella che si è comportata in modo più normale è proprio quella del partito più di destra, nonostante sia quella dei tre che mai è stata in nessun governo. In teoria doveva essere la più impreparata a gestire l’ebrezza delle cariche. Invece questa è sobria e misurata, mentre gli altri due sembrano due bambini in overdose di zuccheri, tra i deliri di onnipotenza dati da un’età avanzata e non accettata o da malcelati problemi personali.

Ma non è quello di cui voglio scrivere, questo è solo il contesto. Il mio problema è quello che ancora oggi sembra che nessuno si preoccupi dell’ambiente. O meglio: proprio nessuno no, diciamo molti pochi, e certo nessuno dei tre nostri nuovi capi politici qui sopra. In questo articolo qui qualcuno si è chiesto come mai in Italia in pochissimo votino i verdi, e si cerca di capire il motivo. Come mai nei paesi dell’Europa del Nord i verdi sono potenti e carismatici, e da noi sono pochi e per sopravvivere alla soglia minima devono pure coabitare con il misero ma pure ingombrante partito della sinistra italiana? Quello che proprio non capisco e di cui voglio scrivere è questo: non è normale che il problema dell’ambiente sia esclusivo di un partito, sia questo miserabile e bicefalo come il nostro o grandioso come quelli nordici. Il problema dell’ambiente dovrebbe essere un problema di tutti, il problema per eccellenza di tutta l’umanità e del pianeta che ci siamo trovati in gestione. Più della guerra, più delle questioni energetiche, più delle politiche economiche. Non che queste cose non siano importanti, è solo che di pianeti abitabili ce ne abbiamo uno solo e ogni giorno ci urla la sua sofferenza tra calamità e disastri naturali, ma nonostante questo abbiamo sempre abbastanza distrazioni perché il problema di tutti rimanga il problema di nessuno.

Questa è proprio la tipica condizione ch ci fa scuotere la testa quando succede a persone lontane da noi: come adesso il professor Barbero può commentare con ironia e superiorità i motivi del crollo dell’Impero Romano o gli errori di strategia di Napoleone, in un futuro prossimo o remoto l’umanità sopravvisuta o una subentrante intelligenza non umana indicherà il nostro periodo storico come quello in cui noi umani sono riusciti ad autodistruggerci nonostante sapessero benissimo quello che stava succedendo.

Dobbiamo quindi votare tutti il partito dei verdi, se non altro per premiare la sua perseveranza donchisciottiana? Ma come si comporterà questo partito di puro interesse ambientale quando dovrà prendere decisioni che nulla hanno a che fare con l’ambiente? Immagino che a quel punto le decisioni verranno prese dalla sua controparte di sinistra. Ma cosa può fare un italiano sensibile all’ambiente ma che non ha idee di sinistra? Forse che l’attenzione all’ambiente per gli italiani è un’aspetto esclusivo di chi ha idee di sinistra? Più probabilmente è così per i suoi quattro esponenti di partito, e chissenefrega dell’elettorato. Ma questo non è normale.

Quello che sarebbe normale è di non avere un partito con l’esclusiva dell’ambiente in un menefreghismo politico generale, ma che tutti i partiti avessero idee valide e una proposta concreta per la gestione dell’ambiente, in accordo al programma politico e all’elettorato. Per esempio, metto lì due idee:

Per i partiti di sinistra

I partiti di sinistra potrebbero incentivare le cose che interessano alle persone che nelle nazioni civilizzate votano a sinistra, in teoria quelle più attente ai temi sociali o con meno soldi in tasca, quindi:

  • le biciclette a pedalata assistita
  • l’urbanistica verde = con meno automobili possibile, di qualunque tipo
  • il trasporto pubblico efficiente, accessibile ed ecosostenibile (per sopperire ai due punti qui sopra)
  • i contenitori riusabili nella grande discribuzione
  • tutte quelle cose che già più o meno si fanno per rendere le nostre case più sostenibili ed energeticamente indipendenti

Per i partiti di destra

I partiti di destra nei paesi civilizzati dovrebbero essere quelli più attenti all’economia e di conseguenza ai bisogni di quelle persone a cui piace fare girare tanti soldi a condizione che un po’ di questi si fermino nelle loro tasche. Detto così la sensazione di fondo è che ci sia minore interesse all’ecologia che non nei partiti di sinistra, ma come ho già scritto il problema è di tutti, e una proposta costruttiva possono farla anche loro. Un partito di destra potrebbe proporre queste cose qui:

  • l’energia nucleare (uno dei tre appena eletti già la vuole, ma non certo come soluzione ecologica)
  • le automobili elettriche (produrle, fare in modo che vengano comprate, liberarsi di quelle vecchie che inquinano)
  • il trasporto di merce ecosostenibile
  • lo sviluppo di un nuovo mercato per la sostenibilità
  • la migrazione verde delle industrie

Ho scritto cose così un po’ a caso sia per la destra che per la sinistra, giusto per chiudere l’articolo con qualche proposta. Poca roba e frettolosa, ma anche così mi sembra un’utopia paragonata alla miserie di cui dobbiamo accontentarci nella realtà: un moribondo partito di scappati di casa con nostalgie socialiste.