Ma il corpo e il sangue di Cristo sono generi alimentari di prima necessità?

Purtroppo da domani siamo di nuovo in clausura. Quest’estate ci eravamo illusi che era sufficiente dire che sarebbe andato tutto bene e che così sarebbe stato, ma che potevamo comunque divertirci in spiaggia, in piazza e ai tavolini all’aperto dell’osteria. Ce l’eravamo pure meritato perché eravamo stati bravini prima di tutti mentre gli altri, quelli arrivati dopo, stavano molto peggio di noi, soprattutto quegli zoticoni dei francesi. Ma il virus era sempre lì in giro, a lavorare nell’ombra. Niente da fare: siamo punto e a capo.

Ci sono alcune differenze rispetto alla primavera. Ad esempio che adesso abbiamo un po’ di cospirazionisti che hanno capito che è tutto un gomblotto mondiale ordito da quelli là, da quegli altri insomma, e che non è vero niente. Per dimostrarlo basta andare a fare un filmato della sala di attesa degli ospedali, dove secondo queste menti toccate dalla verità se il virus fosse vero dovremmo tenere tutti i malati con la tosse, i respiratori e le montagne di cadaveri. Ecco: queste menti superiori mesi fa non ce le avevamo. O forse si dedicavano ai grandi complotti di moda in quel periodo, tipo le scie comiche della Terra Cava ma Piatta che in in realtà Obama è un clone satanista pedofilo. Non ho inventato: controllate i collegamenti se avete il coraggio.

Un’altra cosa di diverso rispetto a prima è che se anche i ragazzi smettono di affollare gli autobus, almeno i bambini continuano ad andare a scuola e i lavoratori che non possono farne a meno andranno ancora al lavoro. Meno male, perché se lasci a casa i bambini, poi devi lasciare a casa anche almeno uno dei loro genitori, e non sempre è una cosa così facile. Sempre che questi genitori di lavoro non siano un cameriere e una cuoca, perché allora il problema non si pone.

Ma quello che è veramente importante in Italia ma non è chiaro è se si potrà andare ancora a messa. Fino ad adesso il governo Conte ha fatto tutto il possibile per assecondare i cari vescovi della CEI, di modo che le loro chiese non fossero accomunate agli altri locali dell’intrattenimento equivalenti per dimensioni e portata, vedasi cinema e teatri. Ma ora il DPCM parla chiaro: o vendi cibo o beni di prima necessità tipo la carta igienica, o stai chiuso. Non si parla di eccezioni di fede e sacramenti vari, tipo quelli che si è potuto continuare a fare fino a ieri come se niente fosse in gloriose celebrazioni di massa.

E qui già mi chiedevo: ma il corpo e il sangue di Cristo, che giusto un attimo prima della transustanziazione sono di fatto generi alimentari, sono considerabili tali dallo stato italiano anche dopo il miracolo dell’eucarestia? E di conseguenza le chiese possono essere considerate negozi che distribuiscono generi alimentari di prima necessità, quali il pane e il vino? E’ sufficiente forse che il parroco emetta regolare scontrino ai fedeli comunicati? O purtroppo il miracolo stesso della transustanziazione impedisce a priori che le chiese possano essere considerate alla stregua di fornai e enoteche?

Tante domande a cui non ho la conoscenza né teologica né economica per dare risposta. Rimane però una cosa certa: il corpo ed il sangue di Cristo andrebbero presi da asporto e consumati a casa perché, ricordiamolo, i ristoranti e i bar sono chiusi sia nelle zone rosse che in quelle arancioni.