Per chi non sa più a che santo votarsi

Una delle cose più divertenti del cattolicesimo è il suo numero esagerato di santi. La cosa è per me divertente perché a suo tempo mi avevano venduto la religione cristiana come quella che metteva un po’ di ordine nel caotico pantheon dell’impero romano, che come accettava ogni popolo nei confini del suo regno (dopo averli aggrediti e schiavizzati, certo) così ne acquisiva le divinità più meritevoli o alla moda. Il dio dei cristiani si propone come onnipotente, quindi senza i confini di competenza tipici degli altri dei, ma sopratuttto unico, e come tale aveva pure quell’atteggiamento un po’ arrogante di negare la divinità all’imperatore romano, ma alla fine è andata come sappiamo: un dio solo e basta.

Quello che è successo dopo è che da un dio solo sono usciti migliaia di santi, con un numero esagerato e pittoresco di competenze, da fare impallidire gli dei classici. Se prima del momoteismo un dio copriva completamente un argomento (Mercurio al commercio, Nettuno alle questioni marittime, cose così) ora ogni santo deve occuparsi di qualcosa, e quindi ne esce un po’ quel caos da politica italiana, in cui tutti devono figurare in capo a qualcosa, e va a finire che non si capisce chi deve farla.

Ed ecco il problema di oggi: il virus. E’ chiaramente questione di salute, e quindi ogni cittadino dell’Impero Romano si sarebbe appellato senza esitazione al divo Apollo o a limite a suo figlio Asclepio: lo so persino io che non li ho mai pregati. Ma chi deve pregare un buon cristiano? Sicuramente non un dio ma un santo, ma vai a capire chi sa quale.

Sicuramente il primo essere trascendentale da pregare è quello della conoscenza, nella veste di un buon motore di ricerca. Mi escono un po’ di articoli, su cui ne spiccano due gemelli. Il primo datato 7 marzo, di Avvenire, che dice di pregare Santa Rita, San Rocco e San Sebastiano, con sfumature diverse di significato. Tempo qualche settimana arriva la risposta da Radio Maria. Il sito di Radio Maria è divertente perché a mio modo di vedere rappresenta la versione demenziale e senza controllo formale di Avvenire, dedicata ad un pubblico in grado di leggere, ma comunque meno letterato.

Santa Rita di Cascia

Santa Rita ritratta col rossetto mentre contempla il suo crocifisso preferito, quello portatile

Santa Rita è sul podio perché in vita ha curato gli appestati senza mai ammalarsi, quindi si becca anche questo titolo originale di santa dei casi impossibili. Niente male davvero, come titolo: sembra in grado di occuparsi di qualsiasi missione, non solo di quelle legate alla salute.

San Rocco

San Rocco con il cane che gli porta una pagnotta. Qui si vede bene il suo bubbone inguinale: chissà che fastidio!

San Rocco pare più associato al conforto che alla prevenzione, ma è molto più conosciuto: per essere un santo minore credo che abbia più chiese di San Giuseppe: l’Italia è tappezzata di chiesette in collina dedicate a lui, forse perché gran parte se le è costruite lui stesso, nei suoi gironzolamenti. Sapevo del cane che gli portava da mangiare quando era malato, ma non che avesse un bubbone all’inguine! Poveretto. Mi ha fatto un po’ ridere la sua storia, di lui che arriva ricco dalla Francia a curare gli appestati, e non appena si becca la malattia gli italiani non ci pensano due volte ad allontanarlo: probabilmente i francesi non erano molto simpatici neanche nel Medioevo, soprattutto durante le pestilenze. Poi basta che muori e pronti tutti col Santo Subito.

San Sebastiano

San Sebastiano pieno di frecce ma che già pensa alle bastonate

Al terzo posto San Sebastiano, il santo più penoso del mondo: non solo è stato riempito di frecce, quindi curato per essere poi preso a bastonate fino alla morte. Una volta che è stato santificato, ecco quindi che viene raffigurato in eterno nelle chiese come il santo puntaspilli. non solo: siccome nel Medioevo la scienza medica era quella che era e credevano che la peste arrivasse da frecce invisibili scagliate da chissà quale entità maligna, ecco che non viene nominato protettore degli arceri, ma ancora degli appestati. Peggio di così non so come gli poteva andare. Non capisco come ad oggi la chiesa cattolica possa condannare il suicidio: se non lo è guarire da decine di frecce e riconsegnarsi ai propri aguzzini per essere bastonato a morte, non so cosa lo è.

San’Antonio Abate

Sant’Antonio, l’abate del deserto, con il suo demoniaco porcello da compagnia

Alla lista dei tre santi di Avvenire Radio Maria aggiunge il controverso Sant’Antonio Abate. Lo mettono lì dicendo loro stessi che non ne capiscono bene il senso. E ci credo: è stato un abate senza abbazia, ma che ha vissuto nel deserto con un porcello al guinzaglio. La liturgia vede nel maiale il demonio vinto, ma per me era un animale da compagnia come un altro, ma vai a capire di che tipo di compagnia avesse bisogno un uomo nel deserto.

Comunque fin qui sembra abbastanza chiaro:

  • se ho un caso disperato prego Santa Rita
  • se voglio conforto vado su San Rocco
  • se la mia intenzione non è di guarire ma di ammalarmi e morire oppure ho un concetto confuso della medicina moderna posso pregare San Sebastiano
  • se voglio salvarmi dall’infezione rifugiandomi nel deserto con il mio animale domestico, allora vado a colpo sicuro su Sant’Antonio Abate

Ecco che però saltano fuori altri siti Internet meno riconosciuti che parlano di altri santi che qui non erano menzionati. Per esempio San Benedetto, che qui ha addirittura una preghiera specifica. Perché non ne hanno parlato su Avvenire e Radio Maria? Mi sembra una cosa importante! E’ pure importante notare come dicano di recitarla quotidianamente: evidentemente anche le preghiere hanno un’efficacia misurabile, come i medicinali. Poi viene citata una preghiera per la Madonna e una per Gesù, ma questi li conosciamo bene.

Su questo sito ho trovato una preghiera dal titolo importante:

Preghiera per debellare le epidemie

E’ indirizzata a dio in persona. Mi piace che abbia l’ambizione di andare oltre la singola persona e di occuparsi generosamente dell’epidemia per intero. Mi chiedo cosa aspettino a recitarla.

A seguire vengono pure pregati una serie di santi con curricula di tutto rispetto:

  • San Michele: ha salvato Roma dalla peste
  • Don Bosco: ha salvato Torino dal colera
  • Santa Rita: già citata, ma qui anche per competenze socio-economiche che prime erano state trascurate. Forse fa tutto parte del suo essere la santa dei casi impossibili
  • San Rocco: già citato, qui viene riportato con l’elenco di città in cui ha operato, che è più lungo dell’elenco dei partiti in cui ha militato l’integerrimo Pierferdinando Casini
  • Santi Cosma e Damiano: non dicono cosa abbiamo fatto, ma è carino che siano ricordati in coppia, come Sandra e Raimondo, o Franca Rame e Dario Fo. Chissà se in vita erano sposati cristianamente o se erano solo amici
  • San Pantaleone: finalmente un santo con un nome divertente oltre che una certa attitudine medica, al punto da essergli addirittura attribuito il superpotere della taumaturgia! Tra le altre cose ha salvato nazioni intere da guerre e pestilenze, altro che gli Avenger

Sia chiaro che nel mondo cattolico c’è da fare attenzione: non si può pregare un santo perché faccia un miracolo, altrimenti siamo al punto di prima: tanti dei e tanta confusione. Solo dio, in una delle sue forme trine, ha i poteri di stravolgere temporaneamente le leggi della fisica da lui create per tenere le cose in ordine. Per quanto giudicati adatti ad uno scopo o variamente efficaci, i santi possono solo intercedere per noi presso lo stesso dio che però possiamo anche pregare direttamente. Come dire: i santi hanno maturato delle competenze specialistiche in alcune materie, e come abbiamo visto spesso in modo non esclusivo, in più si trovano nello stesso posto di dio; se la nostra preghiera suona come una email senza conferma di ricezione che può finire nello spazzatura se non siamo attenti alla forma o ne mandiamo un po’ troppe, i santi sono tutti in rubrica, in più possono telefonare o bussare direttamente alla porta dell’ufficio del creatore: c’è una una bella differenza. Possiamo pregare i santi per avere una specie di scappatoia. Ovvero: dio è onnipotente, ma se tutti lo pregano può essere che la nostra richiesta passi un po’ inosservata, allora torna utile affidarsi ad un intermediario competente e motivato che compili una richiesta più professionale, avallandola poi in prima persona. Forse dio sarebbe un po’ in difficoltà a guarire di colpo tutti i cattolici che lo pregano direttamente, e deve fare un po’ una cernita. Nella confusione generale delle richieste ricevute dai diretti interessati si ritrova a favorire quelle che gli arrivano dai santi che bussano alla sua porta e che chiedono risposte chiare con una certa impazienza. Se poi nel suo ufficio si ritrova uno pieno di bubboni, uno di frecce sanguinolente, uno stramboide con un maiale in braccio e una con una faccia da scocciatrice come Santa Rita, ci credo che si dia da fare per accontentarli tutti il prima possibile!