come particolari pratiche di religioni alternative alla nostra possano indurci all’apostasia

Questa mattina ho avuto un segno, da Lui, ovviamente. Uno di quei segni che arrivano quando effettivamente ce n’è bisogno. Chi se non Lei manda questi inequivocabili segnali, La cui Spaghettosa Amorevolezza supera i confini dell’umana comprensione, lasciando però delle vistose chiazze di sugo?

Andiamo però con ordine: ieri sera la radio annuncia il caso di un rappresentante di una religione alternativa alla nostra, sorpreso ad officiare i suoi riti con un chierichetto. Il problema denunciato nella notizia era che tali riti non venivano celebrati nell’edificio preposto, ma in una doccia da campo di Rovereto sulla Secchia, nel modenese, uno dei paesi colpiti dal recente terremoto. La cosa sorprendente era che i due celebranti non indossavano gli abiti religiosi previsti per la cerimonia. Anzi, non indossavano nessun tipo di abito. Un solo fedele ha assistito alla liturgia. Forse per sbaglio: orari e luogo non erano stati resi pubblici nel bollettino parrocchiale. Il fedele ha quindi deciso di rendere subito noto a tutti l’evento eucaristico, sottolineando però ad altre persone la mancanza di rigore nell’officio liturgico. Un celere intervento delle forze dell’ordine ha evitato che venisse ripetuto l’antico rito cristiano del sacrificio del corpo a salvezza dell’umanità.

il prete nudo

Niente di strano. Credo che siamo abituati ad episodi simili. Il fatto ha però scatenato un acceso dibattito tra me e la mia amatissima. Dibattito un po’ particolare, visto che eravamo entrambi d’accordo nel definire l’episodio particolarmente infelice. Io stesso non credo che vedremo il volto di questo sacerdote nella prossima campagna dell’otto per mille della chiesa cattolica.

Se devo dire la mia, non posso giudicare in maniera positiva il fatto che molti esponenti del clero cattolico di tutto il mondo siano usi a rapporti intimi con i più giovani elementi delle gerarchie religiose. E sono certo che la mia opinione è conforme a quella della pubblica morale, oltre che dello stato italiano.

La mia amatissima era ancora più turbata, facilmente per via del suo stesso lavoro di educatrice, che le pone davanti agli occhi una serie di problematiche sconosciute ai profani. Ha trovato poi particolarmente oltraggioso che la politica della stessa chiesa cattolica sia quella di nascondere tali problemi invece che cercare di risolverli con l’aiuto di professionisti di settore, o con il laser.

Insomma, dopo tante parole, quasi per forza siamo arrivati ad una questione da tempo lasciata in sospeso, ovvero quella di esprimere il nostro dissenso dalla politica della chiesa cattolica attraverso l’atto dell’apostasia e del conseguente sbattezzo. Io da tempo mi considero un apostata, dichiarandomi fieramente pastafariano. Lei invece solo ieri ha iniziato il trasloco religioso, dopo un lungo periodo di tacita inosservanza. Si trova però in una situazione areligiosa di passaggio, e la cosa la turba un po’; il credo pastafariano la convince solo fino ad un certo punto, ma sono convinto che risolveremo tutto nel modo migliore, trovando per lei la religione più adatta.

vacca sacra

Ammetto di non essermi mai sbattezzato: la cosa mi ha sempre elettrizzato, ed avevo già compilato la lettera un paio di anni fa. Ma disgraziatamente il prevosto del mio paese una domenica sera ha pensato bene di morire, proprio mentre io ero intento nella compilazione del modulo prestampato scaricato dal sito dell’UAAR. I miei amici maliziosi dicono che la perpetua ne ha rinvenuto il corpo stecchito nel suo ufficio ancora con il braccio destro alzato e contratto intorno alla mia raccomandata. Non è vero: non ho ancora inviato niente.

Si parla quindi di sbattezzo urbi et orbi in casa mia nostra. Due su due. Se poi è vero che a Gussago fino ad ora c’è stato un solo sbattezzato, la cosa prende un certo gusto: improvviso aumento del 200% dei senzadio in paese! Roba da far impazzire le statistiche. Roba da articolo di cronaca di paese sul Giornale di Brescia, e da convocazione presso il vescovo del nuovo prevosto di Gussago. Sempre che non muoia di nuovo, beninteso.

Se dapprima lo sbattezzo personale mi eccitava, parlare di sbattezzo collettivo un po’ mi spaventa. La sensazione è quella di partecipare a quei riti collettivi religiosi in cui diecimila fedeli si buttano di testa in un burrone. Il fatto poi che l’idea non fosse mia, ma della mia amatissima, ovvero colei che spesso e volentieri mi parlava di matrimonio in chiesa, mi turbava ancora di più. Dio delle lasagne!

La notte non porta consiglio. Solo la mattina mi accorgo che avevo dimenticato di compiere un rito domestico fondamentale: innaffiare il basilico, recentemente mutilato in Sacrificio per l’ennesima gloriosa spaghettata al Pesto Pirata. Per tradizione pastafariana le piante del loggiato vengono innaffiate quando possibile con i resti dei Sacri Pasti, ovvero l’acqua di cottura degli Spaghetti. Con l’attenzione del caso inizio ad officiare il rito sul martoriato basilico. Uso poi l’acqua rimanente per il prezzemolo, per l’erba casoncella, per il timo ed infine per le varie piante ornamentali. Terminata l’opera chiudo casa ed esco in strada.

E, finalmente, ecco il Segno tanto atteso: chi vedo passare frettoloso davanti ai miei occhi assonnati? Il prevosto del paese, colui che riceverà le due raccomandate dello sbattezzo, e che avrà tempo quindici giorni per adempiere al suo dovere. Questo per via delle leggi dello stato italiano a cui controvoglia deve sottostare, e per cui deve procedere ufficialmente con la rimozione dei nostri due nomi con l’apposizione dell’ambita scritta ACTUS FORMALIS DEFECTIONIS AB ECCLESIA CATHOLICA.

Chiudo il portone, ed il religioso è già avanti di circa cinque metri: si infila dalla piazza nella via del centro che anch’io sto per imboccare. Indossa abiti bianchi: strano, credo che siano quelli di rito, e non quelli da passeggio, neri. Starà andando a celebrare da qualche parte. Ci vuole poco a sorpassare a piedi un anziano signore in sottanone, e così penso di fare. Ovviamente a sentire il mio passo lui si gira a vedere chi arriva. E’ ovvio: il prete è sempre una autorità, e come tale si aspetta saluto e controsaluto. Mi dispiace, ma mi sono limitato a sorpassarlo. Avrà seguito per un po’ con gli occhi il passo di un giovane maleducato, prima che si perdesse nelle tortuosità dell’antica strada.

Magari non è il più elegante dei miei sorpassi. Forse peggio anche di quello, sanzionato, di Vettel accaduto ieri pomeriggio. Ma a me è piaciuto. E ci leggo anche qualcosa di metaforico.

Accidenti quanto ho scritto! Basta così, alla prossima. Vi farò sapere come è andata a finire.

Hasta l’apostasia! Il vostro infedele Alberto.