Quelli che giurano sulla bibbia

Da un po’ di tempo mi sembra di essere tornato a respirare, come se fossi uscito da un incubo: fino a pochi mesi fa uno dei peggiori individui che l’umanità potesse concepire si era ritrovato ad essere il più potente del pianeta. Questo a causa di una combinazione esplosiva come un sistema democratico a dir poco incerto e ad una nazione obiettivamente molto, ma molto più ignorante di quello che crede di essere.

Giusto in questi giorni il suo successore, Joe Biden, ha preso il suo posto. In questo paese un po’ primitivo c’è pure questa strana usanza che insieme ai poteri e allo stipendio vengano pure passati vitto e alloggio, ovvero un palazzone completo di mobilio, servitù, grossi bottoni rossi da non schiacciare mai e chissà cos’altro. Questa cosa mi fa sempre un po’ senso, perché da uscente avrei sempre timore di dimenticare qualcosa di imbarazzante da qualche parte, tipo un calzino sporco sotto il letto o del formaggio ammuffito in un angolo del frigorifero. Se poi dovessi subentrare io ad un essere tanto orrendo che in questi anni ha dimostrato di avere bassissimi standard igienici e sanitari, credo che prima di varcare la soglia chiamerei un esercito di disinfestatori e sanificatori. Non mi stupirei di scoprire che si è messo a farla negli angoli solo per farmi un dispetto. O magari perché è abituato così. Poi per tutto quello che è tovaglie, asciugamani, biancheria e materassi credo che contatterei direttamente un crematorio per lo smaltimento, tipo quello vicino al Four Seasons Total Landscaping di Philadelphia.

Sto divagando. Come dicevo, per me come per molti è la fine di un incubo: il più grande paradosso democratico della storia dell’umanità è finito dopo che ha rischiato di prolungarsi per altri quattro anni, e la persona che ne prende il posto ha tutta l’aria di essere controllata e pulita. Ha già promesso che in poche settimane disferà tutte le porcherie e gli abusi fatti dall’abominio che l’ha preceduto.

Poi arriva il momento del giuramento: salta fuori che ha deciso di giurare sulla bibbia. Tralaltro non una qualsiasi in edizione economica, ma una vecchissima, della sua famiglia, sicuramente più vecchia di lui. E qui mi crolla il mondo addosso: perché mai una persona che fino ad oggi non ha dato segni di stramberia ha deciso di giurare su un libro del genere? Ha provato a leggerla prima di usarla come riferimetno per il suo giuramento? La risposta purtroppo è banale: lo fa o perché è cristiano, o perché deve far finta di esserlo. In ogni caso, che lo sia o non lo sia, lo fa per compiacere e rasserenare i suoi connazionali, che sono tra i più ultrabigotti del mondo cristiano intero. Ad oggi c’è questo infelice dato di fatto che negli Stati Uniti, che ti sia un democratico o un repubblicano, devi fare così, altrimenti finisci nell’ingrata categoria dei comunisti e ti ritrovi a prendere a far tanto il 2% dei voti. Poi puoi essere un democratico, che vive la propria fede in modo più laico e misurato, o un repubblicano che si appassiona quando si tratta di impedire l’aborto alle donne stuprate.

Quello che però non è banale è capire come mai si debba giurare su un libro del genere, in considerazoine di quello che c’è scritto dentro. Se si fosse trattato Trump la bibbia sarebbe un’ottima fonte di ispirazione per un bel numero di porcate che non è riuscito a commettere in questi quattro anni. Ma Biden?

Ha forse intenzione di proibire il consumo di crostacei o altri animali giudicati immondi?

O di trucidare chiunque non sia ebreo, sempre con la benedizione dell’unico vero dio?

Ha forse intenzione di rendere pena capitale capitale la masturbazione e il coito interrotto?

Ha indenzione di togliere l’asssistenza nelle sale parto, di modo che le donne tornino quanto più possibile a partorire con dolore?

Se mai un ragazzo si comportasse in modo irrispettoso nei confronti del padre ubriaco, Biden proporrebbe la condanna al biasimo e alla schiavitù per tutta la sua discendenza?

E se mai una folla inferocita lo dovesse assediarlo alla Casa Bianca, cercherebbe di placarla mettendole a disposizione le sue figlie vergini?

Queste sono alcune delle cose che mi chiedo ogni volta che una persona giura sulla bibbia. Allo stesso modo mi farei le stesse domande se un giorno dovesse essere eletto un presidente islamico o ebreo, e si trovasse a giurare sul corano o sulla torah. Poi magari salta fuori che Biden non ha giurato sulla bibbia ma sulla prima versone originale di Moby Dick come il prete di Pomodori Verdi Fritti e ci ha fregato tutti.

Dal conto mio mi chiedo su che libro sceglierei di giurare se fossi mai eletto presidente di qualcosa. Se dovesse essere un libro di un certo valore affettivo, potrebbero essere Le avventure di Tom Sawyer o L’isola del tesoro. Sono libri avventurosi, ci sono pirati in tutti e due, seppure in misura diversa, e pure affrontano temi fondamentali come il rispetto, il bene e l’amicizia. D’altra parte trovo estremamente formativo il libro Favole al telefono di Gianni Rodari: come la bibbia è pieno di racconti ben circoscritti (circoncisi nel caso della bibbia), ma con alcune importantissime differenze. Innanzitutto Favole al telefono ha un valore morale di altissimo livello, dipinge un’umanità con problemi e tematiche sempre attuali su cui propongono atteggiamenti e spunti di comportamento che vanno oltre qualsiasi nazione, etnia o religione. Da questa cosa l’osservazione che non è un libro che va interpretato o preso alla lettera a seconda che si debba apparire moderni e tolleranti oppure giustificare le proprie nefandezze. Giurando su questo libro delle favole al telefono farei una promessa solenne di operarmi ogni giorno contro ogni forma di guerra, di violenza e di prepotenza, di essere sempre dalla parte dei deboli, degli innocenti, dei sognatori e dei bambini, di rispetttare la creatività e felicità di tutti. E magari un giorno invece di buttare via i soldi per l’ennesimo muro o bomba atomica decido di invesirli in un più economico Palazzo di gelato, come nell’omonimo racconto. Essendo poi che è un libro scritto già in partenza in una lingua moderna e da una sola persona enon è soggetto ad accese argomentazioni teologiche, storiche o filologiche. Da ultimo è un libro molto più piccolo della bibbia di Biden: potrei impugnarlo facilmente con una mano sola e non costringerei la mia amata a farmi da portalibro con smorfie di dolore come la povera signora Biden.

Se però un libro per l’infanzia può apparire poco adatto per un giuramento presidenziale, allora posso ricordare che c’è sempre la carta dei diritti fondamentali dell’umanità. Sarà meno divertente del libro di Gianni Rodali, ma direi che è fatta apposta per farci giurare sopra i presidenti di tutto il mondo.