Fin da bambini ci viene spiegato quanto siamo fortunati a vivere in una democrazia: ognuno di noi può dire la sua eleggendo quasi tutto, una volta che ne ha il diritto: sindaci, governatori, capiclasse, capitani della squadra di calcetto, deputati e senatori. Stranamente mancano i presidenti, vai a capire come mai. Se prendiamo l’Europa ormai la democrazia è il sistema più diffuso, e pure le monarchie permettono al popolo di votare. Come a dire che ci sono ancora alcuni re o regine a comandare, ma solo perché le loro dinastie non si sono comportate in modo spudoratamente vergognoso in tempi recenti e perché ci sono altri che vengono eletti e decidono le cose importanti al posto loro. Come monarchia assoluta in Europa rimane solo il Vaticano, ma questa è un’altra storia. Tolti preti e vescovi che ci tengono al loro sistema di governo medievale, cosa può andare male con un governo che scegliamo noi stessi, in libertà?
A quanto pare tutto quanto: da un po’ di tempo leggo e sento notizie in giro che mi fanno covare sentimenti antidemocratici, che potrebbero riassumersi tutte in una considerazione:
Noi esponenti dei popoli di tutto il mondo siamo troppo deficienti perché ci venga dato il diritto di sceglierci i nostri rappresentanti
Magari è un po’ drammatico, ma purtroppo si avvicina molto alla verità: sempre più spesso quando si tratta di votare riusciamo a scegliere dei personaggi obrobriosi che rappresentano non le nostre virtù ma tutti i nostri peggiori difetti. Come mai accade questo? Penso che sia perché quando vediamo uno che non ci annoia a morte quando apre la bocca con cose che non capiamo e che non ci fa sentire dei poveri idioti ma magari giustifica espressamente tutte le nostre paure e bassezze, ecco che subito ci sta più simpatico perché è una persona autentica e decidiamo di mandarla a difendere le nostre opinioni in qualche posto di potere. Strano a dirsi, ma quello di fidarsi di più degli idioti che degli intellettuali è un problema generale. Guarda caso il tipico cattivo dei film è uno scienziato pazzo che ha avuto un’infanzia difficile, mentre il buono è un ottuso dai muscoli di acciaio e dalla moralità incrollabile. Fa niente se nella realtà i bulli che rovinano le infanzie altrui non siano mai gli intellettuali ma quegli altri.
Così poi succedono cose senza molto senso, come ad esempio che ci sono sindaci di grosse città che bloccano le antenne 5G sul loro territorio. E’ una di quelle cose di cui sono indeciso se riderne o piangerne. Possibile che esistano dei sindaci così deficienti da non distinguere una notizia falsa rigurgitata dalla bestialità dei social network da una verità scientifica? O forse sanno che è una scemata ma hanno deciso di dargli corda per compiacere i propri elettori analfabeti funzionali e garantirsi così la rielezione? Non lo capirò mai. Resta il problema oggettivo che in questi comuni ci sono dei cittadini normali a cui verranno negati dei servizi a causa dei loro politici eletti da un grosso bacino di loro concittadini subnormali.
Un po’ di tempo fa leggevo in un libro questa frase di Churchill qui:
È stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora
Come sempre quando si ricorda Churchill è per il suo umorismo pungente e amaro, e anche qui non è da meno. Non dice quali sono i problemi, è facile immaginarli: questa storia che con la democrazia quasi tutti possiamo votare è insieme il suo più bel pregio e il peggior difetto. Mi piace tantissimo l’idea di poter scegliere un politico capace che decida le cose importanti al posto mio. In tanti posti non è così e le cose vanno male. Sono posti in cui spesso basta dire quello che si pensa di un certo argomento che è già un motivo sufficiente perché mi venga legalmente asportata la testa. O il corpo, a seconda dei punti di vista. Pure in passato questo sistema di governo è stato un po’ la regola, in contesti sociali in cui sono contento di non essere nato. Se però sono molto contento del mio diritto di voto, non posso dire lo stesso del diritto di voto degli altri, se questi votano dei personaggi che in un paese normale dovrebbero essere relegati al nobile ruolo di scemi del villaggio. Per esempio c’è uno di questi ritardati che qualche anno fa è riuscito a convincere un gran numero di suoi simili a farsi eleggere, e di recente sta prendendo una serie di decisioni imbarazzanti sul virus contro ogni logica e evidenza. Tipo che:
- ha ringraziato i cinesi perché stavano facendo un buon lavoro per evitarne la diffusione
- quando si è trattato di fare lo stesso l’ha sottovalutato, considerandolo più o meno come un raffreddore stagionale, quando la sua gravità era già una cosa evidente
- ha suggerito di prevenire l’infezione iniettandosi il disinfettante, generando intossicazioni e morte tra i suoi elettori più devoti e il panico tra i produttori di disinfettante
- ha dato la colpa di tutto quanto a quelli che aveva ringraziato all’inizio
- ha rincarato la dose incolpando ancora i cinesi ed in generale tutti quelli che non sono suoi concittadini di aver inventato e diffuso un virus pandemico solo per fargli fare brutta figura e quindi perdere le elezioni
Come si vede è stato un crescendo di imbecillità tali che vedrei meglio tra gli ubriachi del bar del paese che non espresse dal capo di stato di un paese democratico con tanto di staff di consiglieri al seguito. Non ne sarei tanto sorpreso se un domani dovesse annunciare che Barack Obama in realtà è l’oscuro Signore dei Sith e sta tramando con i terrasferisti per diffondere il virus attraverso le scie comiche. In una nazione migliore ma non democratica una persona abominevole come questa non dovrebbe avere diritto di votare oltre che di essere eletta, e trovo sconcertante che invece sia l’apprezzato presidente della nazione più armata della Terra, in corsa per le prossime elezioni. Fosse per me gli impedirei di comunicare al mondo le sue scoreggie mentali e lo trasferirei in uno zoo, ma purtroppo se anche il mondo ne gioverebbe, sarebbe una soluzione poco civile e, ahimè, democratica.
Ho citato l’esempio più orrendo e imbarazzante della storia delle democrazia mondiale, ma è evidente che ci sono grossi problemi in tanti posti considerati democratici nel mondo, oggi come non mai. A volte il problema è che votano troppe persone poco preparate, a volte che votano delle persone con una aspettativa di vita ormai corta che non ci pensano nemmeno un secondo a rovinarsi i pochi anni che gli restano per risolvere i grossi problemi più a lungo termine. In ogni caso credo che il peggiore colpevole di tutto sia l’Internet, lo strumento ormai irrinunciabile che ci fa sentire tutti così intelligenti e informati. In teoria Internet avrebbe dovuto portare conoscenza semplice e a basso costo a tutta l’umanità, ed invece si è limitato a fornire agli ignoranti e ai presuntuosi gli argomenti per ritrovarsi in gruppi più numerosi e agguerriti dei quattro amici che vedevano al bar, e consolidare quindi le proprie convinzioni. Inutile dire che tutti questi sconcertanti subumani ci stanno comandando proprio grazie alla cosiddetta democrazia dei social network, che loro cavalcano spregiudicatamente grazie alle grosse quantità di soldi che ci investono e che noi stessi gli diamo sotto il nome di rimborso elettorale, per la disgrazia nostra e la gioia di personaggi ambigui come questo qua.
Ma come trovare una soluzione semplice e democratica a questo problema così drammaticamente annidato nel concetto stesso di democrazia?
Ho pensato a varie soluzioni, a cui ho pure trovato il tempo di dare un nome indicativo.
La ginecocrazia
O femminocrazia, o matriarcato: se ne parla talmente poco che non so quale sia il nome preferibile.
Comunque: la soluzione più semplice ed immediata che ho pensato è di togliere il diritto di voto e di elezione a tutti gli uomini. Ovviamente con la parola uomini non intendo l’uso comune e sbagliato della parola che intende gli esseri umani, ovvero sia gli uomini maschi (uomini) che gli uomini femmine (donne), perché questo significherebbe rinunciare completamente alla democrazia, e non mi sta bene. Intendo che andrebbero tolti questi diritti solamente agli uomini, perché siamo quelli tendenzialmente affetti dalla patologia di considerare pensiero quelli che sono istinti corporali generati dall’appendice che solo noi teniamo in mezzo alle gambe. Questa proposta può suonare un po’ strana e priverebbe me stesso del mio diritto di voto, ma è evidente a qualunque persona dotata di buon senso che gli scemi da bar, i violenti, i corrotti, i repressi e tutta questa gentaglia qui, sia eletti che elettori, si annidino in larga parte nella metà maschile della popolazione umana, quella che il pensiero comune e tutte le religioni più di successo considerano superiore sotto tutti gli aspetti che non riguardino l’acquisto di vestiti.
Onestamente non mi spiego come sia possibile che si sia deciso che fosse una cosa normale che tutte le decisioni importanti nella storia del’umanità dovessero essere prese dagli uomini e non dalle donne, quando le tare biologiche maschili sono così evidenti. Per qualche centinaia di migliaia di anni l’evoluzione dell’uomo si è differenziata dal quella della donna per reagire più prontamente all’aggressione di un animale feroce o di un altro cavernicolo ostile, al richiamo sessuale di una femmina disponibile o alle necessità della caccia, ma tutte queste qualità non ci hanno certo trasformato in fini strateghi. Le donne di contro dovevano pianificare le loro gravidanze e maternità a lunghissimo termine scegliendo i donatori di geni con più cura di quanto gli stessi non scegliessero una donna per un divertimento fugace, e dovevano anche imparare a fare valere i propri diritti in un mondo che era fallocentrico allora come oggi. Mi rammarico che in tutta la storia dell’umanità le donne non siano mai riuscite a sfruttare la nostra aggressiva stupidità per prendere il comando. Se dovessi elencare tutte le solenni porcate fatte dagli uomini nella storia dell’umanità questo articolo diventerebbe molto, ma molto più lungo di quello che stà già venendo. Se dovessi scegliere alla cieca a chi affidare una tribù, uno stato o il ministero della difesa tra un uomo e una donna sceglierei la seconda senza esitazione, soprattutto se ci sono di mezzo grossi pulsanti rossi collegati ad ordigni nucleari.
Quella di impedire che gli uomini possano votare ed essere votati è sicuramente la soluzione più semplice e che preferisco, ma forse un po’ troppo in controtendenza: è passato troppo poco tempo da che in molti stati noi maschietti abbiamo accordato alle donne il diritto di voto: dare loro la totale esclusiva potrebbe essere giudicato male soprattutto dagli attuali politici maschi in carica, che dimostrano ogni giorno di tenere molto al loro posto. Un mio suggerimento per le donne è di inizare a votare solo donne, e possibilmente non donne peggiori di molti uomini, perché ce ne sono un bel po’, ma donne oneste, capaci e praparate. Se non ne trovate negli attuali partiti o trovate che anche a votarle con l’attuale sistema vengono ancora eletti e favoriti gli uomini, forse è il caso di fare un partito apposta. Se poi vi mettete d’accordo e lo votate in tante, vi garantisco che vi voto anch’io e come me molti uomini obiettivi. Vincete le elezioni e comportatevi bene, ovvero non comportatevi da uomini, e vedrete che riuscirete a convincere un bel po’ di scettici che non siete solo delle lesbiche femministe ma una versione decente del genere umano. Magari col tempo riuscirete anche a cambiere le leggi per sradicare il rischio che vengano votati degli uomini o che gli uomini possano votare del tutto, così evitiamo che veniate scelte in base alla lunghezza della vostra gonna o alla generosità della vostra scollatura.
L’aristocrazia volontaria
Una soluzione alternativa sarebbe di complicare un po’ la vita agli scemi da bar, di modo che facciano fatica o siano scoraggiati ad esprimere il loro voto. Anni fa il capo di un noto partito ad personam di centrodestra si lamentava che quando c’era il sole il giorno delle elezioni i suoi sostenitori trovavano di meglio da fare che andare a votarlo, questo per far capire la profondità del loro senso civico. Mi viene da pensare che un voto dato solo quando non si ha di meglio da fare vale un po’ meno di quello espresso sempre e comunque in quanto diritto e dovere fondamentali dell’essere umano. Ecco, io renderei la cosa istituzionale cercando di trovare sempre qualcosa da fare al primo tipo di votanti per evitare che vadano a votare, per esempio organizzando le elezioni in contemporanea ad importanti eventi sportivi come olimpiadi o partite di calcio. Oppure regalando della birra, un mese di accesso ad un qualche sito Internet tra filmati divertenti di gente che si mette in ridicolo, televisione spazzatura, serie TV o cose così a chiunque decida di astenersi dal voto. Sono sicuro che molti elettori prenderebbero la decisione migliore per il paese.
Anche questa idea però è un po’ antipatica: votare è un dovere oltre che un diritto, quindi suggerire ad un cittadino di non andare a votare è sicuramente una cosa moralmente sbagliata. Qualche idealista potrebbe suggerire che la cosa giusta da fare è di educare la popolazione perché diventi più consapevole e che quindi sappia scegliere in autonomia e con più attenzione i propri rappresentanti. Sarei anche d’accordo, non fosse che è una battaglia persa da anni e ogni giorno che passa la disfatta è più evidente. Come evidenziato prima, allo stato attuale non siamo più in grado di distinguere i politici normali dai mostri. Per un politico civile competere in modo rispettoso contro queste oscenità umane che traggono vigore e approvazione popolare da ogni bassezza è una battaglia impari, peggio che combattere contro un mulino a vento. Nel millennio scorso queste cose non sarebbero mai successe, almeno non a questo livello.
La democrazia ad esame
Quindi ecco un’altra idea che mi è venuta: ogni volta che una persona vota, sulla scheda deve anche rispondere ad alcune domande civiche a risposta chiusa e se sbaglia troppe risposte il voto non è valido. Chiaramente un bravo cittadino potrebbe andare nel panico, sbagliarsi ed invalidare il voto, come pure statisticamente qualche scemo da social network riuscirà ad azzeccarle tutte, ma una bella fetta di voti da e per idioti verrebbe evitata. Servirà solo l’accortezza di non mettere a tutti le stesse domande, altrimenti il passaparola tra disonesti finirebbe a danneggiare solo gli onesti col panico facile. Probabilmente i politici che traggono giovamento da quelli che facilmente non supererebbero il test potrebbero sospettare questo epilogo. Forse ce la facciamo se convinciamo prima sia loro che i loro elettori di essere così intelligenti e competenti da superare con facilità ogni possibile test.
Pensavo a domande facili per persone normali ma drammatiche per coloro la cui esperienza di vita è interamente riposta in argomenti come il calcio, la cieca fede in un qualche dio intransigente o in qualche complotto mondiale ai propri danni, o in pettegolezzi invidiosi su chi se la passa meglio di noi.
Qualcosa del genere. Ho messo numeri e lettere un po’ a caso per far venire il mal di testa a complottisti e copioni in generale.
Domanda R: da che anno in Italia le donne possono abortire legalmente?
(6) Dal 1938
(18) Dal 1978
(3) Dal 2018
(88) Non possono abortire perché Gesù piange
Domanda D: chi elegge il Presidente del Consiglio?
(55) Gli elettori
(8) I consiglieri
(33) Il presidente uscente
(70) I senatori e i deputati
(80) Nessuna delle precedenti
Domanda L: quale è la cura migliore per l’omosessualità secondo il ministero della salute?
(13) Un ciclo di sedute presso uno psicologo approvato e supervisionato dalla C.E.I. fino alla redenzione certificata dal vescovo
(73) Siccome l’omosessualità è contagiosa, la cosa migliore da fare è la prevenzione attraverso il controllo sistematico di tutti i mass-media nazionali ed internazionali, per evitare che vengano proposti i comportamenti contro natura influenzati dalla infida Lobby Gay, come la Teoria Gender
(48) l’omosessualità non è una malattia, e di conseguenza non c’è bisogno di curarla. Casomai andrebbe curata l’omofobia, in quanto cancro culturale
Domanda Q: quanto è durato il fascismo in Italia?
(9) 2 mesi
(44) 2 anni
(42) 20 anni
(78) 2 secoli
Domanda B: in questa frase c’è un errore, quale?
(28) Manca l’apostrofo tra un e errore
(18) Non ci va l’accento in c’è perché non sta bene con l’apostrofo, o viceversa
(666) L’errore sta nel dichiarare che non c’è nessun errore, perché la frase è corretta
Spero che con domande del genere non si finisca ad intasare le urne per ore di agitate elucubrazioni: non mi sembra che siano domande impossibili. Se invece vi sembra che le siano, forse siete voi a dovervi fare qualche altra domanda.