Ultimamente si parla molto di statue femminili. Si è iniziato notando che a Milano tutte le statue sparse in giro per la città sono dedicate a maschietti: maschietti musicisti, maschietti condottieri, maschietti politici, ma tutti maschietti. Ce ne siamo accorti proprio quando veniva inaugurata la prima e unica statua di donna, Cristina Trivulzio di Belgiojoso, in Piazza Belgiojoso. E’ in centro a Milano ed è pure la sua piazza, direi perfetto. Forse non è stato pure così difficile pensare a lei. In un colpo solo Milano è passata da una rappresentanza femmiline di 0/121 (0%) a 1/121 (0,83%), ma con un interessante aumento percentuale di ∞.
A portare avanti il discorso sulle statue femminili ci pensa la città di Sapri, quella della spigolatrice. Eccola qua:
Quando si abita in centro al paese si vedono molte cose da una diversa prospettiva. Come i concerti di piazza, che mentre tutti li guardano seduti di fronte al palco, io posso vederli dalla finestra del salotto. Le prospettive più interessanti sono però quella che riguardano la chiesa cattolica, e per una volta non mi riferisco tanto all’enorme gerarchia di prelati con cui siamo rassegnati a convivere, quanto proprio all’edificio stesso.
Se infatti mi metto a guardare dalla stessa finestra che dà sul campanile che fa (o faceva, ancora non ho capito) tutto quel rumore nelle feste comandate, posso vedere il tetto della chiesa da una prospettiva del tutto particolare.. E non solo la chiesa di cui sto parlando, ma anche un’altra più vecchia e più piccola che neanche a dirlo ha un muro in comune con il mio gabinetto. Potremmo definire questo modo di guardare le chiese come la prospettiva gatto.
La chiesa attaccata al mio gabinetto è in assoluto la mia preferita, perché ha una caratteristica che la rende meravigliosa: è sconsacrata. Questa parola magica porta con sé vari significati, ma i più importanti sono che:
ha un campanile muto: non l’ho mai sentito suonare una volta in vita mia. Se dovesse farlo, credo che mi volerebbero giù i libri dagli scaffali, quindi non voglio nemmeno pensarci. Dovrei fare causa al prete per spargimento di letteratura.
il comune ce l’ha in comodato per credo una trentina d’anni, e per tutto questo periodo non ospiterà bizzarre celebrazioni, quanto più interessanti eventi mondani: mostre di quadri, incontri, proiezioni di film, concerti, cose così. A volte ci scappa il concertino di musica sacra, ma è il comune a decidere il programma, quindi capita anche di vederci il film The Wall o di sentirci parlare Umberto Guidoni, astrofisico non certo famoso per la frequentazione di chiese. Trent’anni non sono tanti, ma sono fiducioso che per allora tante cose saranno cambiate, e che tutti gli italiani avranno capito che il cristianesimo è solo un’invenzione e che possono tranquillamente fare a meno della religione, o sceglierne una migliore che non punti tutti sul sacrificio e sulla cieca obbedienza. Non l’islam, quindi.
Torniamo quindi all’altra chiesa, quella dal campanile rumoroso. Come si vede dalla foto, su tetto della chiesa sono visibili due delle tre statue poste in cima alla facciata. La cosa particolare è che non le si vede dal davanti, ma dalle terga. Che poi, quanti possono vedere queste statue, poste in cima al tetto di un edificio altissimo, dalle terga? Credo solo chi abita nel mio appartamento, che è abbastanza alto, ed alcuni gatti. Penso che se lo scultore avesse messo una coda di maiale alle statue non se ne sarebbe accorto nessuno.
Ed ecco che dopo anni passati ad aprire i battenti della finestra la mattina e a chiuderli la sera, finalmente vedo davvero quello che non ho mai visto: le due statue, che da davanti fanno bella mostra di sé e che le fonti ufficiali che riconoscono come le virtù teologali, da dietro offrono un’interpretazione moderna della chiesa di oggi di una precisione straordinaria.
Ed ecco quindi a voi il cristo del selfie, intento a catturare un ricordo di sé con il suo telefonino all’ultima moda:
ed un moderno santo patrono dei pedofili, che indossato un pesante mantello invita un fanciullo ad entrarvi, spingendolo per la testa.
Sono due statue scolpite nel 1800, ma per me sono il riassunto meglio concepito della chiesa cattolica di oggi. Probabilmente anche di allora, quando il papa aveva ancora un suo esercito.
Da un lato il selfie, a rappresentare l’uso massiccio dei mezzi di comunicazione più frivoli e moderni, spesso in modo autoreferenziale, per cavalcare con successo un’enorme massa di giornalisti, politici e fedeli senza coscienza o capacità critica. E’ lo sfruttamento dell’immagine di un papa così simpatico e bonaccione che dice continuamente cose con il suo divertente accento sudamericano. O le immagini di un prete che gira nelle baraccopoli invece che nei corridoi del vaticano a dare un’immagine idilliaca del sistema perverso dell’otto per mille. E’ il cristo del selfie, l’aspetto pubblico e che ci piace tanto di questa chiesa cattolica fatta di vecchi che si sforzano di piacere a noi giovani.
Dall’altro la protezione dei pedofili, a simboleggiare i continui successi della chiesa cattolica nella difesa dei soprusi dei poteri forti ai danni dei più deboli e nel mantenimento dei propri assurdi privilegi, il lato oscuro di una chiesa fatta di parole e di apparenza che mostra tutta la sua potenza quando gli viene timidamente chiesto di giustificare il vergognoso operato dei propri dipendenti, o di mettere in atto lei stessa qualcuno di quei princìpi di carità cristiana che continua a chiedere agli altri stati. La pedofilia è solo il più triste e lampante esempio di questo costante atteggiamento di prepotenza ed arroganza che vede la chiesa muoversi impunita e riverita tra le pieghe di uno stato italiano molle e ossequioso. Ecco, questo è il patrono dei pedofili.
Da casa mia non vedo il didietro della terza statua, e non posso sapere chi rappresenti. Sarà la madonna dell’otto per mille.