Chiacchiere inutili
Tradizionale ricetta piratesca mediterranea, famosa per essere preparata con l’uso di un mortaio, facilmente reperibile in una qualche forma su qualsiasi vascello pirata che si rispetti, al posto delle più noiose padelle. Gli ingredienti stessi come basilico, formaggio pecorino, polvere da sparo e aglio, la rendono particolarmente amata da ogni bucaniere, che vedono nel fitto intreccio verde degli spaghetti l’ennesima prova dell’esistenza di sua spaghettosità, anche se qui in abito estivo.
Ingredienti
– Pasta, ovviamente. Meglio lunga. Per le pulzelle in genere un po’ di meno, tipo dagli ottanta grammi all’etto. Per noi pirati affamati di più, a piacere.
– Pesto. Che va fatto, non comprato. Per fare il pesto servono un po’ di ingredienti:
– Basilico. Fresco. 25 grammi per un paio di etti di pasta. Perché sia fresco va colto più tardi possibile, meglio ancora se con una razzia da veri bucanieri nell’orto del vicino. La narrazione di tale impresa allieterà i vostri commensali durante il pasto.
– Olio di oliva. Mezzo etto per un paio di etti di pasta.
– Formaggio grattugiato, grana o pecorino, o meglio ancora un mescolotto dei due: 50 grammi per due etti di pasta.
– Pinoli: facili da trovare, specie nei Caraibi. Sette o otto grammi possono bastare.
– Sale, pepe, polvere da sparo: secondo il vostro gusto.
Preparazione
Occorre unire tutti gli ingredienti, meno che la pasta, che va bollita alla solita maniera.
Quindi, iniziamo a mettere su l’acqua. Magari abbondante, tipo un litro per ogni etto di pasta che pensiamo di buttarci dentro di lì a poco.
Preso il basilico? Bene. Meglio non lavarlo troppo, o la parte migliore se ne va insieme allo sporco. Magari lo passiamo garbatamente con qualcosa di bagnato, giusto perché se ci chiedono: “ma hai lavato il basilico?” noi rispondiamo di sì, senza mentire. Oppure dite di non averlo lavato, giusto per il gusto di dire una bella balla da autentico filibustiere.
L’ordine con cui unire gli ingredienti nel pesto è rigorosissimo, ma a me già a sentire la parola rigore viene un po’ male. Siamo pirati, non ufficiali inglesi! Quindi io, invece del noioso mortaio, ho preso un bel frullatore come quello che la banda Fratelli vuole usare per portare alla confessione Chunk nel piratesco film dei Goonies.
Frullare solo il basilico offre poca soddisfazione: è leggero e non viene stagliuzzato come vorremmo aspettarci dalle lame. Tutto diventa più divertente una volta che ci abbiamo buttato tutti gli altri ingredienti, secondo la sequenza dettata dall’ispirazione del momento. Evitiamo solo di buttarci la pasta, che va buttata nell’acqua bollente, e la birra. Quella è per il cuoco. Se si siete dimenticati di aprirvi una birra rimediate subito: l’alcol aiuta cucinieri e cambusieri, migliora la sopportazione alla bruciature, è un pronto rimedio contro tagli occasionali di dita e arti, ed fa sentire più vicini alle generazioni e generazioni di cuochi alcolisti che si sono avvicendati sulle navi di tutto il mondo.
Se tutto è andato come si deve, dovreste ottenere un pesto che ha l’aspetto simile a quello che si compra, ma più buono. Il basilico frullato sarà un pelo più stressato rispetto a quello macerato nel mortaio, ma sarete voi ad essere molto meno stressati, e più pronti a scambiare battutacce con i vostri compagni di bevute.
Oh: se l’acqua bolle, salate il giusto. Assaggiate sia il pesto che l’acqua, non fate le cose troppo a caso. Poi vai con la pasta.
Alla fine, quando la pasta è cotta giusta, la si tira fuori, e la si condisce col pesto, meglio se di fronte agli altri esterrefatti bucanieri. Quindi cercate di essere più teatrali possibile, accompagnando il mescolamento con un’espressione concentrata e con ampi gesti delle braccia. Ricordate: la presentazione è metà del piatto. Mescolato? Bene: vai con lo spiattamento. Hanno avuti tutti il loro piatto? Meno male, si evita il casino di dover prendere un po’ di spaghetti da ogni piatto: peggio che andar di notte.
Ecco il piatto che ho fatto io. Ci ho messo sopra anche due inutili foglie di basilico, giusto per fare il di più. Sai che sforzo: sono anche di colore diverso. Scusatemi: sarà stata la fame.