Un lavoro sorprendente

A volte mi capita una cosa stranissima. Succede che si sta parlando con altre persone di cose così, del più e del meno, e che all’improvviso uno dei presenti faccia una domanda, apparentemente innocua, che suona più o meno così:

Ma che lavoro fa Giuseppe?

La cosa strana che mi sorprende non è la domanda, quanto la risposta. Non sempre, perché molto spesso Giuseppe fa un lavoro normale, tipo il falegname, il terzino o l’eroe dei due mondi. Sarà però che vivo in un luogo ad alta concentrazione di edifici religiosi cattolici (l’Italia), ma capita spessissimo che Giuseppe faccia questo lavoro veramente stranissimo:

Giuseppe fa l’insegnante di religione.

Non riesco mai ad abituarmi all’idea di quante persone servano per insegnare una religione ad altre persone, e soprattutto che non siano sufficienti tutti quegli edifici molto vistosi sparsi un po’ su tutto il territorio italiano, come questo qui:

E pure popolati da uomini adulti con abiti appariscenti e magari un po’ ridicoli come questi qui:

Insomma, in Italia è quasi impossibile trovare un posto da cui non si possa vedere anche solo la punta di un campanile, una croce di legno attaccata ad una parete o un televisore con dentro un vescovo intento a spiegarci qualcosa. Inoltre il loro dio si è imposto a suo tempo come il migliore di tutti e che per ulteriore sicurezza ha pure inventato il concetto di monoteismo. Ma tutto questo ancora non è sufficiente a diffondere il verbo e a mantenere unito il loro popolo, e sono necessarie altre persone, questa volta vestite in un modo molto meno appariscente, per insegnare questa religione anche nelle scuole.

E Giuseppe questo fa: insegna la religione cattolica nelle scuole. Ho dato per scontato che si tratti di religione cattolica un po’ per abitudine ed un po’ per quanto detto sopra. Per quanto questa professione mi stupisca ogni volta che la sento, so che nessun insegnante di religione proviene da ambienti satanici, o che sia un vecchio monaco scintoista giapponese.

E qui sta tutto il mio stupore: ci sono chiese, cattedrali, oratori ed una serie di altri edifici religiosi bellissimi, in posizioni centrali o strategiche, molto più belli dei bar sperduti dove io vado a bere birra in onore del mio dio: tali edifici sembrano proprio predisposti ad attirare adulti ma soprattutto bambini tra le braccia amorose del loro personale religioso. A chi non vorrebbe naturale spendere un po’ del proprio tempo in questi ambienti così grandiosi, edificati a prova terrena di un dio tanto poderoso? Niente da fare: ancora non è sufficiente. Serve proprio il nostro Giuseppe l’insegnante di religione, a ripetere ancora le stesse cose, ma questa volta in una brutta aula scolastica di fronte ad una platea di alunni svogliati ed indisciplinati. Questo è quello che mi stupisce ogni volta.

Dopo lo stupore, mi viene sempre lo stesso pensiero: anche a me piacerebbe essere un po’ come Giuseppe. Mi piacerebbe andare all’università, laurearmi in ateismo e quindi diventarne un docente nelle scuole elementari del mio paese. Certo, non insegnerei solo l’ateismo, esattamente come Giuseppe vi verrebbe a dire che nella sua ora di religione non fa solo catechismo cattolico, ma ci piazza anche due chiacchiere veloci sulle altre religioni. Nel mio caso, essendo che dell’ateismo, una volta compreso che dio non esiste, rimane un po’ poco da dire, avrei ben più tempo da dedicare ad argomenti corollari, tipo ad insegnare ad usare la propria testa e a non credere a tutto quello che ci viene detto e che deve essere accettato per fede, soprattutto se a dirlo è un adulto vestito come un pagliaccio del circo.

Questo mi piacerebbe, ma in Italia ancora non si può. Pazienza, un giorno ci arriveremo, forse.

Ah, chiaramente l’ora di religione di Giuseppe dovrebbe rimanere come alternativa didattica all’ora di ateismo. Solo che gli cambierei il nome. Qualcosa come: l’ora di miti e leggende.

Quando, non so perché, mi ritrovo a difendere l’islam

Per qualche strano motivo, mi ritrovo più spesso a difendere i diritti dei mussulmani che non quelli di gruppi di persone che mi stiano più care, tipo i pastafariani, gli atei o i gozeriani. Come se poi a me i mussulmani stiano particolarmente simpatici, o che stia pensando di abbracciare in segreto la loro religione. Forse che gli atei, i pastafariani ed i gozeriani sono pochi e discreti, non suonano i campanelli, non esplodono e non guidano grossi camion sopra le persone; basta questo a renderli simpatici un po’ a tutti, e basta dire apertamente quanto ci stiano simpatici per dare prova tangibile di essere persone aperte e tolleranti.

“Io ho grande rispetto degli atei! Ho avuto un professore al liceo che era ateo e comunista, che non solo non mangiava i bambini, era pure molto bravo ad insegnare!”

Ecco, se uno dice così si può considerare automaticamente una persona per bene e tollerante, quindi migliore di tutti i mussulmani.

E qui intervengo io, a farmi del male. Vorrei spiegare a queste persone per bene e tolleranti che anche se ci sono molti mussulmani che sono un po’ retrogradi, esplosivi o maleducati, questo non vuol dire che lo siano tutti. Che sono certo che ci sono dei mussulmani che sono moderni, educati e che non esplodono. Sarei quasi tentato di citare un famoso best-seller dell’antica Mesopotamia, in cui un dio in cerca di consensi si era trovato a discutere con un suo seguace se radere o no al suolo un paio di città, a seconda che quest’uomo vi avesse trovato o no un piccolo numero di persone conformi alle sue leggi divine.

Arrivo anche a dire che conosco alcuni mussulmani che non solo si comportano in maniera civile, ma che non li ho mai visti pregare una volta, e che quando ne hanno voglia si fanno una birra e si mangiano pane e salame. Ma qui interviene il buon cristiano, esperto ad applicare agli altri le morali altrui:

“Se non rispettano le leggi dell’islam, allora non sono mussulmani, perché il corano va seguito alla lettera, e dice chiaramente che per essere dei buon mussulmani bisogna picchiare le proprie mogli e uccidere tutti i cristiani”

Già. Non ho letto il corano, ma pare che ci sia scritto così. A dire il vero non l’ha letto nemmeno il nostro moralista cristiano, ma a lui è sufficiente che l’abbia detto Magdi Allam alla televisione.

E via così. Loro a citare casi di mussulmani retrogradi, esplosivi o maleducati, ed io a dire che magari non sono tutti così, ma anche a dire quanto mi dia fastidio dover ogni volta difendere proprio i mussulmani dalle accuse lanciate da dei cristiani così aperti e tolleranti. Preferirei poter scegliere un altro grupo religioso a cui mi sento più vicino, ma così va il mondo, e mi fa passare per uno che è contento quando un uomo picchia sua moglie.

Potrei parlarne ancora per molto tempo, ma se mi sono annoiato io a discuterne, chissà chi legge. La chiuderei da dove ho iniziato, con l’autodichiarazione di tolleranza e apertura del buon cristiano, che è più o meno quella citata all’inizio:

“Io ho grande rispetto degli atei, per me l’ateo ha diritto a vivere la sua vita come ogni credente”

Parole che inciderei a fuoco sulla porta del bagno di casa mia, ma che dette dalla persona che voleva battezzare mio figlio di nascosto suonano un po’ contraddittorie. Strano modo di rispettare le persone.

Un’idea bella e apocalittica per un film brutto e apocalittico

Uno dei drammi dell’estate per noi bresciani che non siamo andati in vacanza, oltre alle pantere vagabonde e ai regolamenti di conti tra gentiluomini, è trovare un film decente al cinema. Scorrendo l’elenco dei film proiettati nelle varie multisale speranzosamente aperte, trovo però un film che promette di essere veramente straordinario. E non può essere altrimenti, considerando l’argomento trattato: è la trasposizione hollywoodiana dell’Apocalisse dei cristiani.

apocalypse_dragonGiusto per capirci per chi non ha un passato da frequentatore di chiese, l’apocalisse di Giovanni è la parte finale del nuovo testamento, nonché la più pittoresca. E’ quella con l’anticristo, con la vergine che partorirà (di nuovo? queste vergini partoriscono continuamente, nel vangelo) ma nello spazio, ma soprattutto con l’incredibile drago con undici corna distribuite su sette teste, e con una coda che userà per spazzare un terzo delle stelle del cielo. Numerologia a piene mani, insomma.

Il Giudizio Universale di Michelangelo dopo le migliorie di Roberto Benigni nel Pap'occhio
Il Giudizio Universale di Michelangelo dopo le migliorie di Roberto Benigni nel Pap’occhio

Draghi cabalistici e vergini prolifiche a parte, la cosa veramente interessante dell’apocalisse è che ci sarà il giorno del giudizio, ovvero quel momento in cui il dio dei cristiani richiamerà tutti i suoi fedeli, vivi o morti che siano, per tirare le somme del loro operato, per vedere se hanno seguito come si deve le sue regole. Quelli che sono già morti avranno in primo luogo la grana di dover recuperare il proprio cadavere, e davvero non voglio essere nei loro panni. Presentarmi con un aspetto trascurato di fronte a dio nel giorno del giudizio non è certo il miglior biglietto da visita.

Il film sembra trattare proprio questo: l’improvvisa scomparsa di tutti i cristiani, che si limiteranno ad abbandonare i vestiti sul posto, lasciando incredulo e perplesso un gran numero di non-cristiani.

The RaptureGià, perché secondo l’apocalisse è proprio questo che accadrà: atei, agnostici e fedeli delle religioni sbagliate verranno semplicemente lasciati sul pianeta. Non verranno puniti per il loro rifiuto di aderire all’unica vera religione, semplicemente loro e la loro progenie verrà abbandonata in questa valle di lacrime. Va molto meglio a loro quindi che non ai cristiani cattivi, che invece si godranno un’eternità di fiamme infernali e via dicendo.

Non si dice cosa accadrà di preciso a tutti questi non-cristiani che rimangono sul pianeta. Credo che semplicemente non siano più interessanti ai fini divini, e quindi abbandonati a loro stessi ed alle regole della fisica. Per come la vedo io, questo era il vero spunto interessante per un film come si deve: far vedere che mondo sarebbe senza cristiani bigotti, ipocriti e arroganti ad intasare la politica, le istituzioni, gli strumenti di informazione, la morale e la vita di un pianeta. ironia della sorte, dopo anni di battaglie per una società migliore libera dalla religione, gli atei si ritroverebbero ad ottenere esattamente quello che volevano proprio per mano di quel dio in cui non credevano, e di cui comprenderebbero l’esistenza solo quando sarà troppo tardi. Da ateo che sono, magari sarei un po’ perplesso all’inizio, ma ci metterei poco ad accettare questo enorme regalo da un dio così ironico.

E come è questo film? Non lo so, non sono andato a vederlo. Mi è bastato vedere il trailer, come credo che possa bastare a chiunque. Si intitola Left Behind, che significa lasciati indietro, o abbandonati:

Veramente terribile.

Giusto per capirci:

  1. Il classico cartello catastrofista da film americano ed i vestiti del suo proprietario, ma senza lui dentro
    Il classico cartello catastrofista da film americano ed i vestiti del suo proprietario, ma senza lui dentro

    Si parla dell’apocalisse di Giovanni, e non c’è nessun drago, anticristo o trombe del giudizio. Ed è un film di Hollywood. Se devi fare un film catastrofico a basso costo, si può anche fare a meno di farlo. Ci sono un po’ di vestiti sparsi un po’ ovunque, chiaramente quelli che cristiani. Credevo fossero molti di più. Come si chiama il pilota sparito del volo di Nicholas Cage? Chris, ovviamente, grande sforzo di fantasia.

  2. La biondina di prima osserva sgomenta un nido senza neonati
    La protagonista bionda e carina osserva sgomenta un nido senza neonati

    Tutti i neonati sono scomparsi dal nido di un ospedale. Già, perché tutti i bambini appena nati sono già cristiani praticanti.

  3. E’ presente l’attore premio Oscar Nicholas Cage, come viene ricordato dal testo in sovrimpressione. Non mi ricordo con precisione dove abbia vinto l’Oscar, ma sono certo che non glielo hanno dato in anticipo quando hanno saputo che aveva accettato di recitare in questo film.
  4. Nessun ateo o pirata pastafariano che una volta capito il proprio madornale errore nella scelta della religione, decida di stappare una bottiglia e scendere in piazza a festeggiare con gli amici. Io farei così. Sarei sicuramente dispiaciuto per alcuni amici che avrei perso, chiaro, ma mi consolo pensando che alla fine è quello che hanno voluto loro, nel bene o nel male.

Siccome non è giusto solo criticare, ecco quindi la trama del mio film ideale sull’apocalisse:

  1. Si inizia come credo che inizi anche il film qui sopra: si introducono un po’ di personaggi, che saranno quelli che seguiremo durante l’apocalisse. Sicuramente non ci saranno i soliti stereotipi Hollywoodiani dell’eroe per caso da ultimo minuto, o della figlia biondina e carina. Ci metterei piuttosto un po’ di gerarchie politiche ed ecclesiastiche di varie religioni, per approfondirne la reazione di fronte al previsto imprevisto, un insegnante di religione e qualche pirata pastafariano
  2. monty-python-godSenza dilungarci troppo in preliminari noiosi, arriva la fine del mondo. Una cosa esagerata e spendacciona: i quattro cavalieri dell’apocalisse, il drago multicefalo, l’anticristo e tutto il circo divino, come richiesto dalle sacre scritture. Battaglie spaziali ben visibili in cielo a tutta l’umanità, in un tripudio di effetti speciali. In un suo racconto che ho trovato qui, Dino Buzzati ha pensato più ad una grossa mano spaziale, e già basta a gettare nel panico tutta la popolazione, credente e non, e ad inguaiare un giovane prete dalle cattive frequentazioni. Credo che ci si potrebbe ispirare più a questo che non a degli squallidissimi vestiti abbandonati. Siccome io poi sono certo che molte alte sfere della chiesa o vicine ad essa predichino bene ma razzolino male, e non sono nemmeno troppo certo che credano fino in fondo nell’esistenza del loro dio se non come ad uno strumento di manipolazione di massa, vorrei tanto vedere pure le loro di reazioni, una volta che davvero hanno la prova definitiva ed incontestabile che avevano ragione. Dedicherei poi uno spazio anche alla reazione di atei e pastafariani. Essendo che in genere sono categorie ben informate, si renderanno subito conto che l’apocalisse non è affar loro, e quindi coglieranno l’occasione per salire in un luogo elevato e a minimo rischio di catastrofi per godersi il più grande spettacolo della loro vita, offerto da un dio generoso seppur tanto disprezzato.
  3. Si sa come finisce la battaglia, la vergine partorisce ma il drago rimane a bocca asciutta. Arriva il Cristo nella veste di Antianticristo, che sconfigge l’Anticristo e risolve tutto. il bene vince, e non credo che sia una sorpresa per nessuno: sta scritto così. Come trama è conforme agli standard di Hollywood, quindi siamo a posto senza doverci inventare niente.
  4. A questo punto finisce la parte apocalittica e spettacolare ed inizia la parte più comica, ovvero la ricerca dei corpi da parte dei cristiani morti, ed insieme le preoccupazioni dei cristiani vivi chiamati al cospetto di dio. Molti di loro sono pure poco informati, magari perché a messa erano distratti, e ci sono molte perplessità sulle modalità del giudizio universale. Sicuramente c’è materiale per molti sketch piuttosto divertenti, come mettere vecchi cristiani del passato morti da secoli intenti a scavare nelle fosse dei cimiteri monumentali più famosi, alla ricerca di pezzi di loro stessi, o a contendersi le ossa di una mano. O i problemi tecnici di Giovanna d’Arco. per non parlare di tutti quei santi le cui salme sono state fatte a pezzi per riempire di reliquie non so quante chiese in giro per l’Italia. La convocazione selettiva di dio, che chiama a sé solo i credenti, potrebbe avvenire sfruttando tutti i mezzi di comunicazione: dio è dio, può tutto. Email, elenchi pubblici, SMS, giornali locali, tweet e lettere cartacee. Magari per i riottosi in cattiva fede anche alcuni stormi di angeli minacciosi, che non guastano e fanno un po’ di scena. Atei, pastafariani e credenti di altre religioni stanno a guardare divertiti. Vorrei anche cogliere l’occasione anche per mostrare le reazioni di tutti quei trogloditi che fino al giorno prima pensavano che l’unica cosa giusta da fare era di uccidere chi non credesse nel loro dio. Sicuramente si saranno resi conto di essersi sbagliati, e che di vergini in paradiso non ne vedranno nemmeno una. Ecco, credo sia giusto mostrare che non affronteranno l’apocalisse con la stessa serenità di atei e pastafariani.
  5. Finalmente tutti i cristiani morti hanno trovato il loro cadavere, ed i cristiani vivi, volenti o nolenti, sono ascesi al giudice universale. Il mondo è libero, un po’ malandato, e condannato ad un’esistenza costruita su due certezze: dio c’era, e non c’è più. Si fa la conta degli assenti tra l’entusiasmo dei presenti, e si gettano le basi di una nuova società non laica, ma dichiaratamente atea. Magari si passa anche a controllare le maggiori istituzioni per vedere che sia tutto a posto, giusto per accorgersi che le carceri ed i mezzi di informazione sono quasi completamente vuoti, mentre le università sono quasi a pieno organico. Tutte le religioni rimaste vengono di comune accordo eliminate se inutilmente restrittive, vedasi in generale quelle monoteiste, o declassate a folklore tradizionale, in caso siano divertenti e pittoresche. Ebrei ortodossi si concedono a sontuosi piatti di linguine allo scoglio, insieme ai loro nuovi amici mussulmani intenti a bere birra e a mangiare pane e salame. E con questo messaggio di pace e di speranza finisce il film.

Ecco, questo per me è un modo più serio e maturo di affrontare un tema importante e delicato come il giorno del giudizio, e certamente più fedele all’idea dell’apostolo Giovanni che non quella boiata di Left Behind. Se così deve essere, accidenti, allora vorrei proprio esserci.

Buona apocalisse a tutti, ci si vede in piazza a bere una birra insieme, se non siete stati rapiti.

I problemi dell’educazione religiosa dei figli per un padre ateo e pastafariano

E’ facile convertirsi al Pastafarianesimo: è una religione che offre tutte le agevolazioni, non è esigente, non richiede la frequenza a noiosi riti nei giorni di festa e non vede nella sofferenza e nel sacrificio un modo di avvicinarsi a dio.

 

Quello che però è meno facile è conciliare tutto questo con l’educazione di un figlio. Probabilmente perché nel frattempo ho conosciuto più a fondo questa religione, ed insieme ad essa anche tante questioni. Argomenti sottili, che arrivano a toccare anche altre religioni, prima fra tutte la negazione stessa della religione, l’ateismo. Tutti questi ragionamenti, spesso guidati dall’illuminazione di qualche birra consumata in compagnia di amici nella mia taverna preferita, non hanno mai fatto vacillare la mia fede nel Pastafarianesimo, anzi l’hanno rafforzata ed integrata di una forte dose di razionalità. Il risultato è che si è complicato l’approccio spensierato ed entusiasta dei primi tempi. Per altre religioni parlare di fede razionale è un controsenso se non addirittura una bestemmia: si sa che nelle religioni un po’ inconsistenti la ragione allontana dalla fede, e quindi il pensiero fine e autonomo viene scoraggiato fortemente. Ma nel Pastafarianesimo si può ragionare: da soli, in una euforica compagnia di amici, con degli sconosciuti rispettosi e non armati. E il ragionamento non può che portare nuovi argomenti a rafforzare questa religione: ecco uno dei punti che più amo e che più dà vento alle vele della mia fede razionale in questa religione.

 

Ma partiamo con ordine. Il Pastafarianesimo è una religione, ed io ne sono un devoto seguace. Secondo il modo di agire comune alle altre religioni, dovrei volere che pure mio figlio lo sia allo stesso modo. Da pastafariano, mi auguro che conduca sul pianeta una vita felice, rispettosa e ricca di soddisfazioni, e che giunto alla fine della stessa si meriti appieno il suo spumeggiante vulcano di birra fresca con annessa la fabbrica di conturbanti spogliarelliste. Ma ho già detto che il pastafarianesimo è una religione particolare, che accoglie a braccia aperte nella sua comunità anche persone che non credono alla lettera nell’esistenza del Flying Spaghetti Monster, ma che semplicemente scelgono di accettarne i consigli di comportamento. Questo rende automaticamente pastafariana qualunque persona del pianeta, a condizione che segua dei precetti morali coerenti con i nostri. Anche a sua insaputa, già. E soprattutto, anche se crede in una divinità concorrente. Il Flying Spaghetti Monster, a differenza di gran parte delle divinità monoteistiche moderne e passate, non è per niente geloso, e non minaccia mai di scatenare la sua collera contro chi crede in altri dei o non crede in lui. Diciamo pure che il Signore del Carboidrato in questo è una divinità controcorrente, perché non si limita a suggerire dei comportamenti, ma è il primo a dare il buon esempio seguendo lui stesso le sue indicazioni di tolleranza e rispetto.

Obama Pirata Pastafarriano
Il presidente degli Stati Uniti è a sua insaputa pastafariano, sebbene frequenti anche una chiesa di una divinità alternativa

Grazie a questo sano principio posso stare tranquillo che se anche mio figlio non abbraccerà mai la fede pastafariana, basta che si comporti in modo moralmente accettabile e avrà comunque diritto a vulcano e spogliarelliste, e quando giungerà il suo momento sarà per lui una piacevolissima sorpresa, ne sono certo. Sarà quindi sufficiente che io lo formi secondo i principi etici in cui credo. Considerando che i principi morali sono innati in ogni essere umano, non dovrò imporgli proprio niente, casomai evitare che qualche altro principio distorto preso da altre religioni non finisca per intrufolarsi.

 

E perché dovrei fare tutto questo? Non potrei semplicemente condurre mio figlio sulla strada del Pastafarianesimo? Ci ho pensato a lungo. E alla fine ho deciso di no. Per tre motivi.

 

Il motivo etico

L’ho appena detto: ogni persona ha da sé tutto quello che gli serve per capire che cosa è giusto o sbagliato, senza che questo gli venga spiegato da un prete in malafede o da un conoscente bigotto e zelante, senza che gli venga fatto credere che in base a come si comporta in questo universo ci saranno terribili punizioni o meravigliosi premi in una ipotetica e trascendentale vita futura. Il mondo, come dice il poeta, è fatto di buoni e cattivi. I primi si comportano bene e i secondi, manco a dirlo, si comportano male. La religione è il sistema più subdolo e raffinato per forzare le persone buone di comportarsi male o semplicemente in modo eticamente distorto, mantenendo però la coscienza pulita. Francamente, non voglio questo per mio figlio. Se mai si comporterà male, voglio che lo faccia per puro spirito di cattiveria volontaria, non certo per attendere ai secondi fini di chissà quale lunatica divinità.

Il motivo della libera scelta

Il secondo motivo è pure più semplice: non ho l’arroganza di pretendere che il mio dio sia quello giusto, e che debba essere io a decidere per mio figlio quale dio dovrà adorare. Non voglio fare l’errore tipico dei genitori religiosi di tutto il mondo che costringono i loro figli a seguire la propria religione, attraverso rituali di iniziazione ancestrali come circoncisioni o immersioni in acqua per perdonare loro dei reati che non hanno nemmeno avuto il tempo di commettere. Molta gente pensa che con questo mio comportamento io stia privando mio figlio di una cosa importante come la fede. In realtà è proprio il contrario: io comportandomi così non gli sto imponendo niente che vada contro la sua volontà, e se un giorno lo vorrà non avrà nessun pregiudizio e potrà scegliere la religione che preferisce. Voglio ricordare che nessun bambino nasce credente, ma che la religione viene in genere infilata nella testa contro la sua volontà in una età in cui la fiducia negli adulti è massima, unita alla totale incapacità di difendersi e di distinguere il vero dal falso. Basta provare a parlare di catechismo ad un figlio solo quando ha compiuto diciott’anni, per vedere cosa dice, e se sarà felice di dover confessare i suoi atti impuri ad un prete. Mio figlio avrà accesso ad una vasta letteratura per l’infanzia e magari, quando lo riterrò il momento adatto, insieme ai più celebri classici per bambini e ragazzi potrò anche fargli conoscere le storie più divertenti e singolari delle divinità del passato. I miti greci, sempre attualissimi nei loro concetti assoluti di esseri umani impavidi e curiosi che si scontrano con divinità imperfette e capricciose; quelli nordici, di respiro più catastrofico e grandioso nella lotta contro una natura avversa. Le favole degli indiani d’America secondo cui discendiamo dalle stelle; quelle dei popoli africani, piene di ancestrali animali parlanti. Ma anche le incredibili bizzarrie degli dei gelosi e truculenti del vicino Oriente, tutt’ora le più apprezzate da miliardi di persone al mondo. Starà a lui capire la differenza tra la letteratura classica e quella di matrice religiosa, e decidere se avrà bisogno credere nell’esistenza di qualcosa di tutto questo per sentirsi a posto con se stesso. Magari sceglierà il poderoso dio col martello Thor, o magari Bacco, generoso dispensatore di bevande alcoliche. Oppure stupirà tutti scegliendo come libro sacro un vero classico della letteratura quale l’Isola del Tesoro ed eleggendo il capitano Flint a dio pirata personale, degno di ogni venerazione. Se poi qualche dio sentirà il bisogno di manifestarsi presso mio figlio per far valere le sue ragioni, sarà libero di farlo. Basta che ci metta la faccia di persona: sono stanco di tutti questi dei che funzionano solo per sentito dire.

Il motivo concreto

Il terzo motivo varrebbe anche da solo, senza gli altri due: la mia amata arriva a condividere i miei sentimenti atei, ma non la mia passione pastafariana. Quindi ho carta bianca sull’ateismo, ma se solo provassi a spiegare ai mio figlio la Sugosa Via dello Spaghetto, vivrei nel terrore che li faccia battezzare di nascosto in chiesa alla prima occasione, giusto per farmi torto.

Di motivi ce ne sono abbastanza. In più ci vedo un ottimo punto di forza: quando un bambino cresce senza che la testa gli venga riempita di storielle religiose fatte passare per vere, maturerà una mentalità più scientifica e razionale. Sarà portato naturalmente a non credere a tutto quello che si dice, alle pseudoscienze, allo spiritismo, alle scie comiche, ai presidenti che si sono fatti da soli e alla lobby dei barbieri (grazie a Lega Nerd per la gustosa segnalazione, starò attento la prossima volta che mi faccio tagliare i capelli). Potrà vivere meglio, in pace con se stesso, senza che debba fare affidamento su interventi divini esterni ogni volta che ne ha bisogno, ma piuttosto contando consciamente sulle proprie capacità e sull’aiuto delle persone che lo circondano e che gli vogliono bene. Senza quell’angoscia generata da un dio onnipotente e guardone che non ha altro da fare che controllare ogni momento quello che pensa, dice o fa, per poi presentare poi il conto alla fine. Non ne avrà bisogno. Credo che nessuno ne abbia bisogno, serve solo il tempo di capirlo, e qualcuno deve pure iniziare.