Certi eventi vengono un po’ presi come una fatalità. Anche se per essere una fatalità, dovrebbe essere legata puramente al fato. Invece è come una fatalità, ma che è come una conseguenza di un gesto che viene deliberatamente compiuto, consci delle conseguenze a cui può portare.
Nel mio caso specifico sto parlando delle multe. Ogni volta che domenica c’è il sole, e decido di fare con la mia amata una piacevole gita fuori porta, già so che pende sulla mia automobile l’alea di una sanzione, la spada di Damocle del codice stradale.
Nel mio caso ancora più specifico la gita consisteva di una amena visita al paese di Carignano, per la fiera Degustibus, con l’obiettivo di goderci una bella giornata di sole, di lambrusco e di affettati emiliani in un luogo ameno circondato da piante, fiori e gente felice.
Ma purtroppo come si sa, dietro motivi bucolici sorge spesso la folle incoscienza dell’automobilista. E così, impaziente di raggiungere il parco di Villa Malenchini, ho lanciato il mio veicolo a folle velocità, toccando punte di 64 chilometri orari!
E a questo punto, all’incirca a metà strada passavamo dal non più così ameno paese di Canneto sull’Oglio, dove due solerti tutrici dell’ordine mi sono venute incontro, per correggere con un’ammenda la mia tenuta di guida scriteriata.
Non ho saputo subito della presenza delle due tutrici dell’ordine, ma solamente quando mi è arrivata a casa la temuta lettera color verdino muffa di gorgonzola. Qui ho scoperto che le due persone non hanno potuto fermarmi perché
“ … La violazione è avvenuta nella strada (…) che risulta inserita nell’elenco di quelle per le quali non è possibile il fermo del veicolo senza recare pregiudizio alla sicurezza della circolazione, alla fluidità del traffico o all’incolumità degli agenti operanti e dei soggetti controllati, di cui al decreto del Prefetto di Mantova n. 2006/14787/Area III del 10/08/2006 …”
Sfortuna vuole quindi che la mia strada sia proprio tra quelle del decreto del prefetto, e che quindi le due persone si sono viste costrette a non mettere a repentaglio la loro vita cercando di fermare la mia folle corsa. D’altra parte, ci vuole un bel coraggio a fermare un bolide lanciato alla velocità folle di 64 chilometri orari, senza pensare alle reazioni impreviste che potrebbero scaturire da un simile pazzo al volante!
Basti considerare che l’uomo più veloce del mondo, correndo i 100 metri in circa 10 secondi, raggiunge a malapena i 36 chilometri orari. Ciò ne consegue che nessun uomo può scampare alla furia omicida di un’automobile spinta a questi limiti.
Ecco la prova dell’increscioso episodio, gentilmente fornita dietro richiesta dalle ancora sconvolte vigilesse di Canneto sull’Oglio.
Canneto sull’Oglio, centro storico e automobilista folle (Polizia di Canneto sull’Oglio, maggio 2013)
Da grande fan di Ritorno al futuro, mi stupisco dell’assenza di fiamme sull’asfalto, che ritengo siano una presenza obbligata per velocità prossime alle 88 miglia all’ora. Ma in compenso il mio veicolo nella foto appare chiaramente più largo del normale, segno di una velocità prossima a quella della luce e conseguente deformazione del tessuto spazio tempo.
Ad aggravare il misfatto, l’evidenza di una strada stretta e tortuosa. Quello che si vede poi è chiaramente il centro storico di Canneto sull’Oglio, di prossimo inserimento tra i patrimoni dell’umanità da salvaguardare per l’Unesco. Sulla sinistra, di colore rosso, l’antico palazzo comunale quattrocentesco, ora adibito a biblioteca e frequentato da famiglie con figli piccoli. Più a destra, dove sorge l’edificio bianco, la piazza del mercato, con numerosissime persone accorse dai paesi limitrofi per procurarsi i prodotti tipici dell’agricoltura e dell’artigianato locali. Sullo sfondo, a destra della statale, la scuola materna. La statale della morte taglia in due questi luoghi piacevoli con uno spietato colpo di falce.
Durante il mio folle attraversamento del paese, non ricordo di aver visto alcun vigile a bordo della strada, intento a fare il suo dovere civico nei confronti di noi criminali della strada. Strano, perché credo sia buona prassi che un operatore sia sempre presente. Evidentemente si sono allontanati di qualche centinaia di metri, per evitare di essere risucchiati nel vortice spazio-tempo generato dai veicoli in transito a velocità sub-luce.
Devo però ammettere che purtroppo non è la prima volta che senza rendermene conto spingo la mia vettura oltre certe soglie di follia futurista. Ma la mia vera preoccupazione è che in questa società malata, questo grave problema non affligga solo me perché, incredibile a dirsi, nonostante quanto detto ricordo benissimo di essere stato sorpassato da un gran numero di altri automobilisti, evidentemente ancora più pazzi e scriteriati di me. I solerti vigili urbani di Canneto sull’Oglio avranno i loro bei grattacapi a correre dietro a tali questioni quando, vogliamo ricordarlo, il loro primo e unico desiderio è quello di salvaguardare la vita e la salute dei loro concittadini, e con grandissimo dispiacere si ritrovano invece ogni volta ammettere questo problema sociale che li costringe a dover inviare multe su multe ad un numero sempre troppo grande di spericolati trasgressori, nella vana speranza che un giorno questo non succeda più.
Dopo molto tempo a riflettere sulla questione, penso di aver trovato la soluzione al problema. Che forse è più semplice di quello che si è mai pensato. Per sgravare la salute fisica e mentale di questi poveri tutori dell’ordine, costretti a sostare sul ciglio della strada a rischio della vita nella vana speranza di non dover dare più multe per eccesso di velocità, credo che la soluzione sia una sola: la liberalizzazione totale degli autovelox. Ovvero che come è accaduto con i parcheggi con l’introduzione dell’apprezzatissima figura dell’ausiliario del traffico, addetto a multare per divieto di sosta gli indisciplinati parcheggiatori, così sono convinto che rendere libero il mercato delle multe per eccesso di velocità aiuterebbe grandemente la popolazione italiana. Qualunque persona, sia esso un annoiato pensionato amante del rischio, come un pirata disoccupato o semplicemente un cittadino rispettoso delle leggi e del codice della strada, potrà installare un rilevatore di velocità su qualsiasi strada italiana ritenga necessario, e quindi portare avanti questo apprezzato sistema di correzione alla disciplina stradale. Come premio dovuto per l’investimento nei costosi macchinari come nel tempo impiegato generosamente, va riconosciuto al volenteroso lavoratore l’intero frutto delle sanzioni.
una bozza veloce del simpatico cartello che useremo noi di hastalapasta.org
Con questo sistema, grazie profondo senso civico dei cittadini italiani, si arriverebbe rapidamente ad un fiorire rigoglioso di simpatici autovelox un po’ su tutte le strade italiane più malamente frequentate da automobilastri. E sono sicuro della disponibilità di molti bravi cittadini rispettosi delle regole del codice stradale, che saranno più che contenti di aiutare la cittadinanza tutta a correggere i loro concittadini che invece sono meno consci su quale debba essere il comportamento in una strada pubblica. Io stesso credo che dedicherò alcune domeniche estive sulla Provinciale Cellatica – Brescia. Sono sicuro che con un briciolo di organizzazione, un paio di amache, una cassa di birra e con la giusta compagnia, possiamo trasformare il nostro dovere civico in un piacevole pomeriggio di bisboccia tra amici. E dal momento che indosseremo sicuramente il tradizionale abito piratesco, la contestazione della sanzione da parte dell’indisciplinato guidatore si trasformerà in una buona occasione per un po’ di proselitismo pastafariano.
Sicuro dell’apprezzamento per una idea così semplice ma insieme così brillante, a breve verrà lanciata la raccolta firme per il referendum.