Come tutti ben sanno, la filibusta è stata la prima forma recente di democrazia della storia moderna, oltre che l’unica democrazia mai esistita fondata sull’acqua. Ed il dettaglio dell’acqua non è da trascurare, in quanto la esenta dal limite fisico e politico dei confini territoriali, che è dimostrato come alla lunga provochino effetti collaterali indesiderati come il patriottismo, la demagogia, i pellegrinaggi e le crociate religiose.
Se poi consideriamo che presso gli antichi greci vinceva le elezioni la coalizione che riusciva a buttare più pezzi di vaso in un buco, favorendo inevitabilmente i produttori di vasellame di cattiva qualità e gli scaricatori di porto, si può dire che il popolo dei pirati sia la prima vera democrazia mai esistita per il genere umano. E’ noto anche come l’attuale sistema di voto per alzata di mano derivi proprio dall’antico uso di votazione delle assemblee piratesche. Deriva dal fatto che ogni pirata è risaputo essere provvisto sempre di almeno una mano, un occhio ed una gamba, ma che tra i tre quello più facile da alzare sia in ogni caso il primo, soprattutto per chi di gamba ne ha una sola.
Una confusionaria conta dei voti presso una polis greca e, a lato, una democratica votazione su come condire la pasta in un moderno veliero pirata
Perché dico tutto questo? Perché ci sono dei momenti in cui alcuni poteri temporali e spirituali danno segnali equivoci, e quindi anche se sono un semplice membro di una associazione religiosa, volevo fare alcune considerazioni del momento.
Tutto la confusione inizia quando il capo spirituale di una religione non pastafariana ma soprattutto assolutamente non democratica si dimette. Questo è perlomeno strano, visto che ad eleggerlo è stato nientemeno che il loro dio in persona, anche se per mano dei suoi rappresentanti terreni. E quando un dio sbaglia, poi sono sempre problemi. E poi c’è anche quella cosa che quel tipo di incarico, forse proprio considerando che gli dei non sbagliano mai, è uno dei pochi a vita, nonostante sia un ruolo decisamente di potere, e come tale andrebbe normalmente limitato con regole di nomine a tempo e di non rieleggibilità. Insomma, la manifestazione di un dio in terra si è stufata di essere tale, ma nel giro di poco lo stesso dio ha provveduto a trovare un sostituto più volenteroso e motivato, anche se non molto più giovane. E questa elezione è avvenuta sempre per mano dello stesso organo elettivo che aveva eletto quello prima, non si sa se sbagliando o meno.
Tutto il clamore di queste dimissioni ed elezioni ha distratto un popolo intero, quello italiano, che per ragioni geografiche e religiose è molto vicino alle questioni di cui ho appena parlato. E’ successo che per l’ennesima volta l’attuale anziano capo dello stato ha chiesto gentilmente che venisse messa a posto una legge elettorale giudicata inefficiente e suina dal suo stesso creatore, e che in più di un’occasione aveva già dato prova di grande pericolosità (la legge, non il creatore), andando a generare alcuni dei governi più comicamente drammatici della storia del paese. Nonostante questo, gli illuminati membri delle numerose camere parlamentari italiane non riescono incredibilmente a trovare un accordo sull’unica cosa per cui vanno d’accordo, ovvero cambiare questa legge che non piace a nessuno.
Un’immagine della recente corsa alle elezioni italiane
E alla fine comanda ancora lei, la legge, perché si arriva alle nuove elezioni, e per l’ennesima volta va messa in pratica. E questa volta la legge si supera davvero, perché in virtù proprio delle numerose camere parlamentari di cui unico al mondo gode lo stato italiano, la legge riesce a creare maggioranze diverse in ogni camera, gettando nello sconforto la gran parte degli italiani elettori, la minima parte degli italiani eletti che è in grado di rendersi conto della gravità della situazione, ma soprattutto lui, il capo dello stato. Ironia della sorte: tale onesto individuo è l’unico delle centinaia di politici coinvolti che voleva andarsene fuori dalle scatole quanto prima, e che probabilmente aveva avuto pure l’ardire di sperare che gli ultimi due mesi del suo mandato sarebbero stati relativamente tranquilli, soprattutto nel rispetto della sua veneranda età di ottantasette anni.
Ma così non è. Passano i giorni, ma gli eletti non riescono a mettersi d’accordo sul modo migliore per fare il bene del paese, e questo giorno dopo giorno, per un paio di mesi. Niente male davvero. E si arriva inesorabilmente al punto in cui l’unica persona che non voleva essere eletta, dimostrando per questo di essere anche l’unica persona sana di mente in tutto il sistema, viene drammaticamente rieletta, prima volta nella storia d’Italia ed ovviamente con una delle percentuali più alte della sua storia, e con grande reciproco compiacimento degli illuminati elettori. Inutile dire il rancore del neo rieletto, che magari da ottantasettenne avrebbe anche sperato di trascorrere gli ultimi anni della sua vita in attività meno stressanti che non a correre dietro a centinaia di strapagati deficienti.
L’opinione di google riguardo alla politica italiana. Da notare bene le posizioni 6 e 8 della lista
Il giorno dopo dell’elezione è buona prassi che l’eletto capo dello stato pronunci alcune parole di sentiti ringraziamenti verso coloro che gli hanno accordato sette anni di fiducia. Credo però che per la prima volta nella storia di qualsiasi democrazia galattica accade che una persona eletta insulti pesantemente coloro che gli hanno accordato tanta fiducia. Con la sua solita garbata ed elegante eloquenza, la sua malgrado prima carica dello stato inanella una interminabile serie di forbite maledizioni a quel branco di deficienti. I quali di tutta risposta, a confermare il loro limpido grado di intrinseca idiozia, invece di abbassare umilmente il capo in segno di profonda vergogna altro non riescono a fare che applaudire colui che con vellutate parole di fiele non fa che sminuirne ogni loro attitudine professionale e morale di fronte al mondo intero. Ennesimo primato: per la prima volta in ottantasette anni di vita politica, il nostro capo dello stato, ormai con la voce rotta non dalla commozione ma dalla rabbia, ha interrotto il suo discorso per chiedere che si smettesse di applaudire, perché oltre che irritante, l’applauso faceva chiaramente fraintendere completamente il senso del suo discorso. Ottima presa di posizione, a cui ha fatto seguito uno scrosciante applauso.
Ora, dalla radio da cui sentivo il discorso, per quanto stereo, era difficile capire da che parte dell’assemblea giungessero gli applausi. Potrebbe essere che solo un gruppo dei deficienti che abbiamo eletto per l’ennesima volta stesse applaudendo, mentre altri davvero avessero chinato il capo in segno di umile pentimento per una vita di scelleratezze coronate dagli scandalosi atti recenti. Mi è più facile però pensare che in realtà fosse una gara a chi applaudisse più forte. Perché lungi dall’abbandonare i loro comportamenti nefasti, i nostri eletti in realtà hanno sicuramente pensato che sommergendo l’avversario politico con gli applausi più rumorosi, si volesse far pensare che il discorso del capo dello stato non fosse indirizzato a loro che lo sottolineavano battendo fragorosamente le mani, ma a quegli altri, che purtroppo il caso vuole che essendo anch’essi dotati di arti superiori, applaudissero con la stessa ottusa veemenza.
L’ennesima dimostrazione di grande stile che abbiamo ricevuto dai nostri eletti. L’ennesima dimostrazione di stile che stiamo dando di noi italiani al mondo intero. Si dice che noi pirati abbiamo scarso senso morale, ma di fronte a tutto ciò, dobbiamo prendere il tricorno tra le mani e chinare umilmente il capo, ed ammettere che siamo solamente dei poveri dilettanti.